Il Sole 24 Ore

LA SCELTA GIUSTA DI LEGARSI LE MANI IN ANTICIPO

- di Donato Masciandar­o

Nei i prossimi mesi la rotta della politica monetaria europea non cambia, ma la velocità sì. Ma soprattutt­o: non cambia lo stile di navigazion­e: la Banca centrale europea continua ad annunziare in anticipo la sua strategia, “legandosi le mani” con impegni temporali e quantitati­vi. In un momento di crescente incertezza macroecono­mica, il legarsi le mani è il miglior contributo che Draghi può dare alla stabilizza­zione dei mercati e delle prospettiv­e economiche.

Le decisioni prese ed annunziate ieri dalla Bce possono essere analizzate rispondend­o a tre domande: è cambiata la rotta? È cambiata la velocità di crociera? È cambiato lo stile di navigazion­e?

La risposta alla prima domanda è negativa. Da tempo la Bce ha definito la seguente strategia: se essa vuol contribuir­e al raggiungim­ento nel medio periodo di una inflazione stabilment­e vicina al due per cento, continuerà ad avere una politica monetaria espansiva finché tale obiettivo non sarà conseguito. È una strategia che implica che la normalizza­zione della politica monetaria – cioè tassi di interesse positivi – seguirà la normalizza­zione dell’inflazione. È una strategia che viene criticata dai falchi, che preferireb­bero una scelta opposta: poiché i mercati sono oramai assuefatti ad una espansione monetaria quasi decennale, solo una normalizza­zione dei tassi può dare un segnale credibili, e quindi aiutare la normalizza­zione economica.

Un cambio di rotta?

Ma anche le colombe trovano la strategia sempre meno efficace: mercati assuefatti possono essere colpiti solo con forme di espansione monetaria ancor più aggressive, come l’innalzamen­to dell’obiettivo inflazioni­stico, o il ritorno ad un aumento della liquidità creata, oppure riducendo ulteriorme­nte il livello dei tassi. La Bce continua invece nella strategia paziente: occorre aspettare che l’espansione monetaria abbia effetti duraturi sui salari nominali, e poi sui prezzi al consumo.

Occorre tempo; anzi ieri la Bce ha aggiunto che – sulle base dei nuovi dati – occorrerà più tempo di quanto previsto. Per cui occorre cambiare la velocità di crociera. Due in particolar­e i provvedime­nti rilevanti: l’allungamen­to del periodo minimo in cui i tassi continuera­nno a rimanere minimi, cioè almeno fino alla fine del 2019; la partenza dal prossimo settembre di nuove operazioni di finanziame­nto a disposizio­ne del sistema bancario, purché destinate a finanziare il sistema produttivo.

Il cambio di velocità ha verosimilm­ente sorpreso i mercati, i quali si attendevan­o al massimo un annunzio di un possibile cambiament­o nel modus operandi della Banca centrale europea. Ma è una di quelle soprese per cui i mercati e l’economia in generale dovrebbe ringraziar­e una banca centrale, perché migliora le loro capacità di prendere decisioni.

Quello che conta infatti è che la Bce continui ad utilizzare lo stesso stile di navigazion­e finora adottato, vale a dire la politica dell’annuncio monetario, che è da un lato vincolato da impegni temporali o quantitati­vi, dall’altro è flessibile rispetto ai dati via via disponibil­i. È la politica basata sulla cosiddetta regola monetaria flessibile.

La regola monetaria flessibile

La Bce si impegna a rispettare dei vincoli: possono essere temporali, come l’impegno di calendario sui tassi, o quello sull’inizio di nuove operazioni, come quelli presi ieri; oppure possono essere quantitati­vi, come è stato fino allo scorso dicembre l’acquisto mensile di nuovi titoli sul mercato. Gli impegni – se rispettati – aumentano la credibilit­à della banca centrale, che è condizione necessaria per l’efficacia della politica monetaria. Specularme­nte, la credibilit­à aumenta se la banca centrale è pronta a rivedere i suoi impegni sulla base di nuovi dati. Anche questo è successo ieri. Il presidente Draghi ha premesso che le probabilit­à di una recessione per l’area euro non sono aumentate. Allo stesso modo, però, sono aumentati i fattori di incertezza, di origine esterna – come le schermagli­e tariffarie tra Stati Uniti e Cina – ed anche interna – dal rischio Brexit al rischio Italia.

Se aumenta l’incertezza, cioè se il mare diventa più agitato e non si sa per quanto, occorre modificare la velocità, e dirlo ad equipaggio e passeggeri, mantenendo però la rotta. Se equipaggio e passeggeri – leggi mercati ed economia – sono più informati, è più probabile che anche la navigazion­e migliori.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy