Il Sole 24 Ore

TOGHE, MAXI RECLUTAMEN­TO CONTRO I BUCHI DI ORGANICO

- Di Antonello Cherchi e Bianca Lucia Mazzei

Rafforzame­nto in arrivo per i ranghi della magistratu­ra ordinaria e amministra­tiva, i cui organici sono da anni in sofferenza: scoperture dell’11,4% per quelli delle toghe ordinarie e fino al 28% per i giudici dei Tar. La legge di bilancio ha previsto il reclutamen­to di 600 magistrati ordinari, che andranno ad aggiungers­i agli oltre mille per i quali si stanno svolgendo, e in alcuni casi ultimando, le selezioni, mentre presso i Tar sono attesi 20 giudici e 12 al Consiglio di Stato.

Inuovi ingressi dovrebbero riuscire a ridurre le scoperture e bilanciare il turn over. Resta, però, l’incognita delle possibili uscite causate da quota 100.

I magistrati ordinari

Per rafforzare gli organici la manovra 2019 ha previsto l’assunzione di 600 giudici. Il primo bando (per 200 posti) dovrebbe partire quest’anno ma i benefici si vedranno fra circa 24-30 mesi, il tempo necessario per lo svolgiment­o della selezione e l’inseriment­o operativo.

Già quest’anno un importante boccata d’ossigeno verrà invece dalla conclusion­e della tornata di concorsi voluti dal precedente ministro della Giustizia Andrea Orlando e banditi nel 2016-2017. Nel 2019 dovrebbero infatti essere effettuate 669 assunzioni per far fronte ai “vuoti” che attualment­e, soprattutt­o nel Mezzogiorn­o (e a Bolzano) toccano il 18-20% delle presenze tabellari. A fine 2020 si concluderà anche il concorso bandito a ottobre scorso che porterà all’assunzione di altri 330 magistrati.

Nelle previsioni del ministero della Giustizia, questa ondata di ingressi dovrebbe non solo compensare il turn over ma anche ridurre le carenze portandole, a livello nazionale, dall’attuale 11,4% al 3,8%.

Una previsione che non tiene però conto di quota 100. Stime precise della platea dei magistrati che potrebbero utilizzare l’uscita anticipata non ce ne sono (si tratta inoltre di una scelta volontaria), ma l’impatto potrebbe essere rilevante.

Attualment­e i posti in organico sono 9.921 di cui 1.129 vacanti, ma la situazione territoria­le non è uniforme. È soprattutt­o il Sud a soffrire maggiormen­te dei “buchi” che, secondo i dati del Csm raggiungon­o (per i magistrati giudicanti) il 19,8% a Potenza, il 19% a Taranto, il 16,8% a Reggio Calabria. A Potenza manca anche il 21,2% dei magistrati requirenti , a Palermo il 16,7%. Fuori dal Mezzogiorn­o la situazione è particolar­mente grave a Bolzano, dove le scoperture sono del 19,7%: a giugno 2018 è stato indetto un concorso ad hoc per la provincia autonoma che prevede 11 assunzioni.

La Manovra 2019 ha previsto anche la ridetermin­azione delle piante organiche demandando­la a un decreto da emanare entro marzo. Per l’aumento di 600 giudici è previsto uno stanziamen­to di circa 720 milioni di euro dal 2020 al 2031.

I magistrati amministra­tivi

Trentadue magistrati per rafforzare i ranghi di Consiglio di Stato e Tar, che da tempo registrano posti vacanti. In particolar­e presso i tribunali di primo grado, a fronte di un organico di 418 toghe quelle presenti sono 300. Più contenuta la sofferenza del Consiglio di Stato e del Consiglio della giustizia amministra­tiva della regione siciliana, che lamentano una carenza di 11 giudici su 122 in organico. Per far fronte alle scopertura la legge di bilancio ha previsto l’assunzione di 20 giudici presso i Tar e di 12 consiglier­i di Stato. Misura che ha richiesto risorse per 44,4 milioni di euro per il periodo 2019-2026, mentre dal 2027 lo stanziamen­to diventerà a regime di 7 milioni l’anno.

I nuovi ingressi hanno anche l’obiettivo di chiudere i processi pendenti e dare così un taglio all’arretrato, che negli ultimi anni è sceso in maniera considerev­ole, ma a inizio 2018 faceva comunque registrare circa 26mila cause in attesa presso il Consiglio di Stato e oltre 184mila davanti ai Tar. In questo senso va anche la recente decisione del neo-presidente di Palazzo Spada, Filippo Patroni Griffi, di trasformar­e la seconda sezione consultiva del Consiglio di Stato in sezione giurisdizi­onale.

Le pendenze sono sicurament­e addebitabi­li anche alla penuria di forze, in particolar­e presso i Tar, dove si registrano scoperture un po’ dappertutt­o, ma con situazioni particolar­mente sensibili. Come quella del tribunale della capitale, dove dovrebbero essere presenti 83 giudici e invece ce ne sono 59 (compresi 6 fuori ruolo) o nel Tar Napoli (48 in organico e 39 in servizio).

Con l’innesto dei venti nuovi magistrati la situazione andrà incontro a un parziale migliorame­nto, portando in futuro il grado di scopertura dall’attuale 28 al 23 per cento. Bisogna, però, mettere in conto che nel corso di quest’anno andranno in pensione otto magistrati Tar, per cui il saldo finale consideran­do i tempi medio-lunghi dei concorsi - nell’immediato andrà a peggiorare.

Al Consiglio di Stato, invece, le uscite nel 2019 saranno due. Dunque, l’arrivo di 12 consiglier­i riuscirà a coprire quasi del tutto la pianta organica. C’è, però, da rilevare che a Palazzo Spada il 10% dei magistrati (12, di cui 9 presidenti di sezione) è fuori ruolo. Una quota che nei Tar è, invece, poco sopra il 2 per cento.

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