Tim, dall’Agcom spinta alla rete unica Arriva lo sconto per l’accesso alla fibra
Parte la consultazione sulle regole per l’utilizzo dell’infrastruttura tlc C’è anche un ritocco al rialzo al prezzo di accesso in rame per gli operatori alternativi
L’Authority per le comunicazioni è pronta a fissare le nuove regole per l’accesso alla rete fissa di tlc. È stato approvato il provvedimento che sarà messo in consultazione pubblica (relatori il presidente Angelo Marcello Cardani e il commissario Antonio Nicita), contemporaneamente saranno sottoposte al mercato le valutazioni sul progetto di separazione legale della rete di accesso presentato volontariamente da Tim lo scorso marzo.
L’Authority conferma Tim come operatore con significativo potere di mercato. Ma c’è più di una novità. Aumentano (in parte) i prezzi dell’accesso in rame, scendono quelli per la fibra. C’è una procedura accelerata per lo switch off volontario di Tim dal rame alla fibra. Si avvia la segmentazione geografica dei rimedi regolamentari, partendo da Milano. In sintesi c’è una spinta regolamentare verso il passaggio a un sistema fiber oriented. Quanto alla separazione della rete, si valuta positivamente il progetto sotto un profilo della non discriminazione e dell’equivalence, in sostanza della trasparenza. Ma secondo l’Authority una mera separazione legale della rete di accesso, creando quindi un’entità comunque interna allo stesso gruppo, non comporta necessariamente avanzamenti concorrenziali tali da determinare la rimozione di rimedi regolamentari.
I prezzi
La delibera dovrebbe essere firmata tra una decina di giorni, per evitare che le festività erodano i 45 giorni di consultazioni concessi agli operatori alternativi. Conterrà i nuovi prezzi di accesso orientati ai costi per il 20192021 e retroattivamente per il 2018. Il rame aumenta nella modalità unbundling: da 8,61 euro a 8,9 nel 2021 (passando per 8,79 nel 2020). Ma resta inalterato nella modalità subunbundling che interessa di più gli operatori con maggiore infrastrutturazione, che hanno investito fino agli armadi (si resta a 5,3 euro). Previsto un incremento graduale anche della modalità «bitstream». Diminuisce invece, come detto, la fibra in modalità Vula (Virtual unbundled local access): il fiber to the cabinet scenderà da 14,32 a 12,5 euro nel 2021; il fiber to the home da 22 a 15,2 euro nello stesso anno.
Tra le novità anche la decisione di fare di Milano un mercato rilevante a sé e di valutare la possibile individuazione di rimedi geografici differenziati. Nasce anche un test di prezzo all’ingrosso per evitare vendite sottocosto di Telecom nel mercato della fibra che spiazzerebbero l’offerta del concorrente Open Fiber.
Il disegno verso la rete unica
La decisione finale dell’Authority, conclusa la consultazione, dovrebbe arrivare intorno a marzo-aprile con annessa notifica alla Commissione europea. Nessun riferimento nella delibera, ovviamente, ma inevitabilmente il contesto regolamentare sembra coerente in qualche modo con le linee di politica industriale che spingono verso una rete unica tutta in fibra ottica. Per alcuni l’aumento, comunque graduale, del rame è anche funzionale a “ripagare” Telecom dell’asset rame, anche se dall’Agcom fanno notare come sul subunbundling si sia scelto di non modificare i prezzi. Nelle premesse del suo documento, l’Authority fa riferimento alla sostenibilità, nel lungo termine, della concorrenza infrastrutturale, concetto presente anche nell’emendamento governativo che punta ad agevolare la creazione di un network unico tra Tim e Open Fiber.
Intanto il governo valuta le evoluzioni societarie della contesa tra Vivendi ed Elliott. E prende tempo. È stato rinviato a gennaio l’incontro previsto lunedì scorso tra il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e gli operatori di telecomunicazioni rappresentati da Asstel, al quale insieme agli altri amministratori delegati avrebbe dovuto partecipare anche il nuovo numero uno di Tim, Luigi Gubitosi. E slitta a gennaio anche l’incontro in programma oggi tra il ministro e i sindacati che avrebbe avuto al centro il futuro occupazionale dell’ex monopolista, anche alla luce della norma per agevolare la creazione della rete unica inserita nel decreto fiscale. L’emendamento studiato da M5S e Sviluppo economico, dopo un tira e molla con la Lega inizialmente critica, ha mantenuto il riferimento alla «forza lavoro dei soggetti giuridici coinvolti» come uno degli elementi dei quali l’Authority per le comunicazioni dovrà tenere conto per determinare «adeguati meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito». Ma prima di assumere impegni con i sindacati che potrebbe essere difficile mantenere, il governo vuole avere un quadro più chiaro degli sviluppi societari.