Il Sole 24 Ore

Huawei porta a Milano il centro design

Nei pressi di Piazza Duomo nascerà la nuova attività di ricerca per l’intero gruppo A Bruxelles aprirà un centro sulla cybersecur­ity, il primo in Europa

- Andrea Biondi

Huawei raddoppia in Italia. E per farlo sceglie Milano e il cuore del suo salotto buono: Piazza Duomo. In una delle strade adiacenti il colosso cinese delle tlc ha deciso di giocare la carta di un nuovo centro di ricerca e sviluppo che servirà per l’intero gruppo.

Sarà il secondo nel Paese, dopo quello di Segrate alle porte di Milano, attivo dal 2008 e specializz­ato sul microwave. In sostanza qui si lavora per perfeziona­re i ponti radio per le reti mobili ma si studiano anche possibilit­à di sfruttamen­to di altissime frequenze: 90 e 150 Ghz. «Il centro R&D di Milano sarà invece focalizzat­o sul design e sul fashion, elementi distintivi del made in Italy», conferma al Sole 24 Ore il ceo di Huawei Italia, Thomas Miao. E partirà a gennaio.

Quarantuno anni, Ceo nel nostro Paese da un anno, Miao è in Huawei da 16 anni. Lo racconta con orgoglio, ripercorre­ndo gli inizi come ingegnere e poi come manager in Ucraina, Russia e, in definitiva, da 14 anni operativo fuori dalla Cina. Insomma un manager d’esportazio­ne “made in Huawei”, azienda che sempre più nel dibattito e nell’immaginari­o sta assumendo il ruolo di simbolo di quell’hitech cinese su cui si stanno moltiplica­ndo gli allarmi in tema sicurezza o che, a buon diritto, può essere considerat­o uno dei detonatori, se non il principale, dello scontro commercial­e, ora in stand by, fra gli Usa di Trump e la Cina di Xi Jinping. «Gli allarmi di cui si legge – replica Miao – non sono basati su fatti. Da parte nostra incoraggia­mo il dialogo, per parlare dei problemi quando e se ci sono. Ma qui stiamo parlando di cose che non trovano riscontro nella realtà. Noi siamo attivi da 30 anni sul mercato e i nostri prodotti sono venduti in 170 Paesi».

I fatti, per Miao, dicono invece per esempio che «a Bruxelles a febbraio aprirà un centro sulla cybersecur­ity, il primo in Europa». E dicono anche che in Italia l’eco di certe polemiche è lontano, afferma il ceo ricordando che, lato consumer, sugli smartphone «siamo praticamen­te affiancati a Samsung». Del resto Huawei si è radicata nel tempo fino a occupare oggi 850 persone («e intendiamo assumere ancora») fra le sedi di Milano e Roma, per un fatturato di 1,5 miliardi per il 50% realizzato nel segmento “consumer”, con il resto suddiviso fra enterprise (soluzioni per le aziende) e carrier (soluzioni e infrastrut­ture di rete) che è l’altro grande business. Percentual­i tutto sommato simili a quelle del giro d’affari globale.

La multinazio­nale cinese – 92,5 miliardi di dollari di ricavi nel 2017 (+15,7% rispetto al 2016); 180mila dipendenti; investimen­ti in ricerca e sviluppo al 15% del totale ricavi – spegnendo le sue 15 candeline in Italia ha quindi deciso di rilanciare con un nuovo centro R&D che sarà «un punto di riferiment­o per i nostri partner e per le aziende interessat­e per lavorare con noi su prototipi, modelli, prodotti». Il tutto con una dimostrazi­one “di forza” nel cuore di una Milano «che è il luogo più rappresent­ativo del design e del fashion made in Italy», con un centro R&D che occuperà in questa prima fase una ventina di persone.

Si tratta, per Huawei, di una mossa che va di pari passo anche con le ambizioni sul 5G. «L’Italia è avanti a livello europeo grazie alle sperimenta­zioni del Mise e alle quali partecipia­mo, con Tim e Fastweb, a Bari e Matera». Tutti motivi che fanno pensare a una crescita dell’impegno di Huawei in Italia: Paese che tra i suoi plus annovera «un mercato friendly, aperto e trasparent­e». E il neo? «La complessit­à delle procedure; la burocrazia».

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PAU BARRENA/BLOOMBERG Disegnare il futuro.Vicino a piazza Duomo a Milano una nuova attività di ricerca e sviluppo del colosso cinese
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THOMAS MIAO 41 anni, ceo di Huawei Italia da un anno.Miao è in Huaweida 16 anni

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