DEFICIT, NON BASTA LIMARE
Per evitare la procedura d’infrazione Ue, sembra che il governo si stia accingendo a limare l’obiettivo di deficit per l’anno prossimo dal 2,4 al 2,2% o forse al 2%.
eÈimprobabile che questa limatura possa bastare. Ricordiamoche, in base alle regole, nel 2019 il saldo di bilancio strutturale avrebbe dovuto essere ridotto di 0,6 punti percentuali. Sarebbe stato possibile un aggiustamento notevolmente inferiore e pari a solo 0,1 se si fosse operato sulla flessibilità restando dentro le regole.
Invece, secondo le stime della Co mm issi on eU e che saranno prese a riferimento per le decisioni dell’Eurogruppo, l’Italia ha proposto una politica ultra espansiva per ben 1,2 punti di Pil. Quindi, con la riduzione ipotizzata, il governo non cambierebbe di molto la sua rotta. Potrebbe forse cercare di prendere tempo: il che vorrebbe dire evitare la richiesta di deposito infruttifero sin dall’ avvio della procedura e l’ imposizione di un percorso di rientro troppo severo, con tempistiche troppo strette per le cosiddette “azioni concrete” da adottare. Pochi decimi non possono fare la differenza, almeno per quattro motivi. Primo. Il governo adotterebbe un’azione espansiva in contraddizione con l’attuale fase ciclica e con la chiusura dell’output gap (il differenziale tra il livello della crescita potenziale e quella effettiva ). È ve roche l’ economia star allentando,e forse entrerà anche in recessione, ma questo è solo in parte dovuto alla debolezza comune a tutta l’area euro. Per lo più è dovuto proprio agli effetti della politica economica del governo, che ha prodotto l’allargamento degli spread di rendimento sui titoli di Stato e l’impatto negativo sulla fiducia delle imprese e sugli investimenti.La contrazione del P il nel terzo trimestre ne è testimonianza. Secondo. Vengono mantenute le clausole di salvaguardia per il 20202021, al netto delle quali il deficit del 2020 salirà al 2,8% anziché scendere al 2,1% come previsto dal governo. Inoltre sono finanziate soltanto per il primo anno le due misure chiave il reddito di cittadinanza e la revisione del sistema pensionistico. Che ne sarà di chi maturerà quota 100 nel 2020 e che giustamente vorrà lo stesso trattamento dei pensionandi del 2019? E il prospettato rinvio di qualche mese del reddito di cittadinanza può aiutare a rispettare lo stanziamento per il 2019, ma a scapito degli anni seguenti. Si cristallizzerebbe così un livello di spesa corrente più elevata diva ripunti di P il, con il rischio di far aumentare nuovamente il rapporto debito/Pil. Quale futuro governo avrebbe poi il coraggio politico di cancellare queste misure, senza la pressione di una nuova crisi finanziaria?
Terzo. La legge di bilancio fa ben poco per correggere le anomalie della spesa in Italia. Anzi, le accentua. L’Italia ha una spesa pensionistica trale più elevate d’ Europa in rapporto al P il, e la controriforma dell’attuale governo la aumenterebbe ancora. Inoltre, dal 2008 ad oggi vi è stato un vero e proprio tracollo degli investimenti pubblici. Il governo stanzi asolo delle briciole per cercare di correggere questa tendenza.
Quarto. Riformare le politiche attive sul mercato del lavoro richiede anni, e anche una modifica delle competenze regionali che in questa materia sono costituzionalmente garantite. Quindi, in gran parte del paese, i soldi del reddito di cittadinanza inevitabilmente verrebbero erogati con pochissime possibilità di controllo. Ma quello che più stupisce, e che stride con la visione che prevale in Europa, è l’idea che si possa far crescita attraverso il debito :« mettereisoldi intasca agli italiani» potrebbe forse-sen on cifoss el areazione negativa dei mercati finanziari-dare una spinta temporanea al Pil, ma lascia del tutto invariate le condizioni di fondo che determinano il potenziale di crescita dell'economia. È per questo insieme di considerazioni, non solo da una valutazione quantitativa, che il giudizio tecnico rimane negativo.
‘‘ Stiamo lavorando a un progetto di abbassamento del costo del lavoro selettivo. rivolto a made in Italy e nuove tecnologie, settori che meritano una marcia in più.
Luigi Di Maio Vicepremier
‘‘ Dopo anni di manovre economiche imposte dall’Europa che hanno fatto esplodere il debito pubblico. finalmente si cambia rotta.
Matteo Salvini Vicepremier
‘‘ «La Commissione fa bene a essere meno rigida con l’Italia, ma il governo italiano ha fatto marcia indietro».
Antonio Tajani Presidente del Parlamento europeo