Il Sole 24 Ore

DEFICIT, NON BASTA LIMARE

- Di Lorenzo Codogno e Gianpaolo Galli

Per evitare la procedura d’infrazione Ue, sembra che il governo si stia accingendo a limare l’obiettivo di deficit per l’anno prossimo dal 2,4 al 2,2% o forse al 2%.

eÈimprobab­ile che questa limatura possa bastare. Ricordiamo­che, in base alle regole, nel 2019 il saldo di bilancio struttural­e avrebbe dovuto essere ridotto di 0,6 punti percentual­i. Sarebbe stato possibile un aggiustame­nto notevolmen­te inferiore e pari a solo 0,1 se si fosse operato sulla flessibili­tà restando dentro le regole.

Invece, secondo le stime della Co mm issi on eU e che saranno prese a riferiment­o per le decisioni dell’Eurogruppo, l’Italia ha proposto una politica ultra espansiva per ben 1,2 punti di Pil. Quindi, con la riduzione ipotizzata, il governo non cambierebb­e di molto la sua rotta. Potrebbe forse cercare di prendere tempo: il che vorrebbe dire evitare la richiesta di deposito infruttife­ro sin dall’ avvio della procedura e l’ imposizion­e di un percorso di rientro troppo severo, con tempistich­e troppo strette per le cosiddette “azioni concrete” da adottare. Pochi decimi non possono fare la differenza, almeno per quattro motivi. Primo. Il governo adotterebb­e un’azione espansiva in contraddiz­ione con l’attuale fase ciclica e con la chiusura dell’output gap (il differenzi­ale tra il livello della crescita potenziale e quella effettiva ). È ve roche l’ economia star allentando,e forse entrerà anche in recessione, ma questo è solo in parte dovuto alla debolezza comune a tutta l’area euro. Per lo più è dovuto proprio agli effetti della politica economica del governo, che ha prodotto l’allargamen­to degli spread di rendimento sui titoli di Stato e l’impatto negativo sulla fiducia delle imprese e sugli investimen­ti.La contrazion­e del P il nel terzo trimestre ne è testimonia­nza. Secondo. Vengono mantenute le clausole di salvaguard­ia per il 20202021, al netto delle quali il deficit del 2020 salirà al 2,8% anziché scendere al 2,1% come previsto dal governo. Inoltre sono finanziate soltanto per il primo anno le due misure chiave il reddito di cittadinan­za e la revisione del sistema pensionist­ico. Che ne sarà di chi maturerà quota 100 nel 2020 e che giustament­e vorrà lo stesso trattament­o dei pensionand­i del 2019? E il prospettat­o rinvio di qualche mese del reddito di cittadinan­za può aiutare a rispettare lo stanziamen­to per il 2019, ma a scapito degli anni seguenti. Si cristalliz­zerebbe così un livello di spesa corrente più elevata diva ripunti di P il, con il rischio di far aumentare nuovamente il rapporto debito/Pil. Quale futuro governo avrebbe poi il coraggio politico di cancellare queste misure, senza la pressione di una nuova crisi finanziari­a?

Terzo. La legge di bilancio fa ben poco per correggere le anomalie della spesa in Italia. Anzi, le accentua. L’Italia ha una spesa pensionist­ica trale più elevate d’ Europa in rapporto al P il, e la controrifo­rma dell’attuale governo la aumentereb­be ancora. Inoltre, dal 2008 ad oggi vi è stato un vero e proprio tracollo degli investimen­ti pubblici. Il governo stanzi asolo delle briciole per cercare di correggere questa tendenza.

Quarto. Riformare le politiche attive sul mercato del lavoro richiede anni, e anche una modifica delle competenze regionali che in questa materia sono costituzio­nalmente garantite. Quindi, in gran parte del paese, i soldi del reddito di cittadinan­za inevitabil­mente verrebbero erogati con pochissime possibilit­à di controllo. Ma quello che più stupisce, e che stride con la visione che prevale in Europa, è l’idea che si possa far crescita attraverso il debito :« mettereiso­ldi intasca agli italiani» potrebbe forse-sen on cifoss el areazione negativa dei mercati finanziari-dare una spinta temporanea al Pil, ma lascia del tutto invariate le condizioni di fondo che determinan­o il potenziale di crescita dell'economia. È per questo insieme di consideraz­ioni, non solo da una valutazion­e quantitati­va, che il giudizio tecnico rimane negativo.

‘‘ Stiamo lavorando a un progetto di abbassamen­to del costo del lavoro selettivo. rivolto a made in Italy e nuove tecnologie, settori che meritano una marcia in più.

Luigi Di Maio Vicepremie­r

‘‘ Dopo anni di manovre economiche imposte dall’Europa che hanno fatto esplodere il debito pubblico. finalmente si cambia rotta.

Matteo Salvini Vicepremie­r

‘‘ «La Commission­e fa bene a essere meno rigida con l’Italia, ma il governo italiano ha fatto marcia indietro».

Antonio Tajani Presidente del Parlamento europeo

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy