Prescrizione, i nodi ammissibilità e tempi
Tensione M5S-Lega Bonafede prova a mediare per evitare lo strappo
Movimento 5 Stelle contro tutti. Sull’emendamento al disegno di legge anticorruzione che congela il decorso della prescrizione all’altezza della sentenza di primo grado, di qualsiasi segno essa sia, il giorno della verità potrebbe essere lunedì. È allora infatti che i presidenti 5 Stelle delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali, rispettivamente Giulia Sarti e Giuseppe Brescia, dovranno valutare l’ammissibilità del testo, firmato dai due relatori, anch’essi 5 Stelle (Francesca Businarolo e Francesco Forciniti). Una valutazione, anticipa Brescia, che sarà fatta «nella piena consapevolezza della delicatezza e della rilevanza dell’argomento, ma anche condividendo lo spirito dei presentatori che non vogliono più rinviare la discussione in merito. Dopo il giudizio di ammissibilità ci confronteremo per valutare se la settimana di lavori prevista è ancora sufficiente».
Ma il fronte di tensione aperto con la Lega è sempre più evidente. E, se è vero che il contratto di governo prevede una riforma della prescrizione (pur non precisandone i contenuti) accompagnata però da investimenti sull’ amministrazione della giustizia per non esasperare la durata dei processi, il blitz pentastellato è vissuto come una forzatura, al di là del merito della proposta che era stata anticipata poche ore prima dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
A rendere evidente un disagio che è trasversale c’è la richiesta dei capigruppo di tutte le forze politiche nelle commissioni, Lega compresa, di un giudizio di inammissibilità dell’emendamento e comunque di un maggior tempo per l’esame di tutto il pacchetto di correzioni proposte. Che è comunque imponente: in tutto gli emendamenti sono 300 e 80 di questi in quota maggioranza. Tanto da fare prevedere che il testo del provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle sul fronte giustizia e in particolare del ministro Bonafede, che in queste ore molto si sta spendendo per rammendare gli strappi con l’alleato di governo, potrebbe approdare in Aula profondamente cambiato.
Da considerare c’è poi un altro dato. A breve alla Camera, dopo avere ricevuto già il sì del Senato, approderà un altro provvedimento bandiera, ma questa volta in quota Lega: la riforma della legittima difesa. Difficile pensare che un eventuale affossamento della revisione della prescrizione resterebbe senza conseguenze. Anche perché i mal di pancia delle constituency 5 Stelle e Lega rispetto ai due provvedimenti sono uguali per intensità, ma contrari nel merito.
Una riforma della prescrizione poi è già in vigore da poco più di un anno e ancora non è stato possibile misurarne l’impatto. È quella voluta dall’allora Ministro Andrea Orlando e anche quella puntava sul congelamento dei termini. Si articolava però in maniera diversa, facendo leva su un giudizio di condanna che, se espresso in primo grado, fermava il decorso per 18 mesi sino al verdetto di appello e per altrettanti mesi tra appello e Cassazione, in caso di condanna in secondo grado.
La proposta 5 Stelle è però più radicale e prescinde completamente dall’esito del giudizio di primo grado: il congelamento non più per 18 mesi, ma sine die, potrà scattare anche in caso di assoluzione.