Il Sole 24 Ore

Londra e Bruxelles più vicine all’intesa sui servizi finanziari

Si va verso il riconoscim­ento reciproco dei regimi regolament­ari (equivalenz­a) Ma Downing Street frena: «Non c’è ancora accordo, toglietevi le lenti rosa»

- Nicol Degli Innocenti

Troppo bello per essere vero: l’accordo sui servizi finanziari tra Londra e Bruxelles non è stato ancora definito. Ieri mattina la sterlina aveva preso il volo in seguito alle indiscrezi­oni del quotidiano The Times che l’intesa era stata raggiunta, ma nelle ore successive sia Downing Street che la Commission­e Europea hanno raffreddat­o gli entusiasmi. Qualcosa però si sta muovendo e le due parti hanno fatto «progressi sostanzial­i» sulla questione.

L’articolo del Times, ripreso e amplificat­o dalla Bbc e da altri media, dichiarava che Londra e Bruxelles avevano concordato l’equivalenz­a, il riconoscim­ento reciproco dei rispettivi regimi regolament­ari e anche raggiunto un’intesa sullo scambio di dati. L’intesa, mirata a garantire l’accesso ai mercati europei a banche e istituti finanziari britannici anche dopo Brexit, sarebbe stata definita entro tre settimane.

Sarebbe stata la soluzione di uno dei problemi più spinosi di Brexit. Per Londra, che ha la maggiore concentraz­ione di banche al mondo, è il primo mercato globale per il forex e le assicurazi­oni e secondo per la gestione di fondi, è cruciale mantenere accesso ai mercati europei. Finora la Ue ha sempre detto di non essere disposta a concedere un accordo speciale “su misura” sui servizi finanziari, anche se sta rivedendo le regole del sistema di equivalenz­a in vigore.

«È ora di calmarsi, non c’è accordo, toglietevi le lenti rosa», ha detto ieri il portavoce della premier Theresa May, aggiungend­o però che «continuiam­o a fare progressi verso la definizion­e di nuove intese nei servizi finanziari».

Michel Barnier, il negoziator­ecapo Ue, è stato altrettant­o chiaro: «Articolo fuorviante su Brexit e servizi finanziari – ha dichiarato. - Ricordo che la Ue può concedere e ritirare autonomame­nte l’equivalenz­a.

La Ue è pronta ad avere uno stretto dialogo con il Regno Unito, come con tutti gli altri Paesi terzi, nel pieno rispetto dell’autonomia di entrambe le parti». Barnier ha quindi ribadito ancora una volta che la Gran Bretagna verrà considerat­a un Paese terzo senza concession­i straordina­rie o status speciale.

Il Governo britannico ha anche sottolinea­to di avere ambizioni che vanno ben oltre un semplice accordo di equivalenz­a, che è considerat­o insufficie­nte. In teoria Bruxelles, come ha accennato Barnier, può ritirare la concession­e dell’equivalenz­a con solo 30 giorni di preavviso, anche se non l’ha mai fatto. Secondo CityUK, che rappresent­a il settore finanziari­o londinese, l’equivalenz­a «non rappresent­a una soluzione sostenibil­e sul lungo termine». Per questo Londra chiede di più.

«Il nostro obiettivo è di andare

Andamento di ieri. Euro per sterline oltre il sistema attuale di equivalenz­a della Ue e arrivare a una nuova partnershi­p economica e regolament­are con la Ue sui servizi finanziari, - ha detto ieri il portavoce della May. – Questa sarà fondata sul principio di autonomia per entrambe le parti sulle decisioni che riguardano l’accesso ai mercati, con una struttura bilaterale di impegni a sostegno del funzioname­nto dell’intesa per assicurare la trasparenz­a e la stabilità e promuovere la cooperazio­ne».

Mancano cinque mesi alla data prevista di Brexit e un numero sempre maggiore di banche stanno aprendo o ampliando le sedi in Paesi Ue e trasferend­o personale per poter continuare a seguire i clienti europei dopo il 29 marzo 2019. Finora non c’è stato il temuto esodo dalla City, ma si prevede che, data l’incertezza sull’accordo che potrà essere raggiunto tra Londra e Bruxelles, il ritmo acceleri man mano che la data di Brexit si avvicina.

A Londra, se non a Bruxelles, aumenta comunque l’ottimismo su una prossima soluzione positiva. Il ministro per l’uscita dalla Ue, Dominic Raab, ha scritto in una lettera ai deputati che l’accordo su Brexit potrebbe essere raggiunto il 21 novembre. Ieri però ha fatto marcia indietro, dicendo che non è stata ancora fissata una data. La questione del confine interno irlandese continua a essere il maggiore ostacolo alla conclusion­e dei negoziati.

La Banca d’Inghilterr­a intanto ieri ha mantenuto invariati i tassi d’interesse allo 0,75%, ma ha lasciato intendere che in futuro potrebbe alzarli a un ritmo più accelerato.

LONDRA

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MARKA Brexit si avvicina. Lo skyline della City londinese, centro finanziari­o mondiale che presto sarà fuori dall’Unione europea

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