Il lodo Comital allarga la cig per cessazione anche alle aziende fallite
Alla fine il «lodo» Comital è arrivato, a sanare un’anomalia che rischiava di escludere dalla cassa integrazione per cessata attività i lavoratori di aziende in procedura fallimentare. Era questo il caso dei 130 addetti della Comital, azienda torinese specializzata nelle lavorazioni sottili dell’acciaio acquisita dal Gruppo francese Lamalù e poi lasciata alla deriva. La soluzione è arrivata dopo settimane di discussioni e manifestazioni ed è stata annunciata a Torino dal vicepremier Luigi Di Maio, durante il tavolo organizzato dalla Regione Piemonte e dal presidente Sergio Chiamparino. «Daremo la possibilità alle aziende nella situazione di Comital, sotto curatela fallimentare – ha spiegato Di Maio – di poter accedere alla cassa integrazione, avremo 12 mesi durante i quali i dipendenti avranno uno stipendio e potremo trovare un nuovo soggetto per avviare la reindustrializzazione». Tecnicamente, sarà un emendamento al testo del decreto Genova ad introdurre un nuovo articolo, il 43-bis, che definisce le modalità di accesso alla cassa integrazione straordinaria e, soprattutto, esonera le società, e dunque le curatele fallimentare, al pagamento delle quote di accantonamento del trattamento di fine rapporto e delle spese per il licenziamento. Operazione da 16 milioni all'anno a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione.
«Uno alla volta tutte le sciocchezze fatte dal Jobs Act le stiamo eliminando – ha sottolineato Di Maio – e lo stiamo facendo ascoltando i lavoratori». Il caso Comital, in realtà, presentava un doppio ordine di problemi: da un lato la mancanza di ammortizzatori sociali per le aziende fallite, dall’altro la norma del 2012 che stabilisce come, in caso di procedure fallimentari, gli accantonamenti per tfr e spese fossero a carico delle aziende e dunque delle curatele fallimentari. La copertura della cassa integrazione parte dal 29 settembre, data di approvazione del Decreto Emergenze che contiene l’articolo sulla cassa integrazione per cessazione, intervento nato per dare una risposta ai lavoratori legati ad un’altra crisi aziendale, quella della fiorentina Bekaert. I lavoratori della Comital in realtà sono senza reddito dal mese di giugno, dunque resta scoperto un periodo di circa tre mesi. Tanto che la Fiom in una nota sottolinea l’importanza della «boccata d'ossigeno per i lavoratori» ma sottolinea la mancanza di «copertura retributiva e contributiva per i primi 3 mesi e mezzo seguiti al fallimento». Resta aperta per Comital la questione industriale e dunque la ricerca di un potenziale investitore, visto che la prima asta bandita dal Tribunale è andata deserta. «Sarà nostra cura monitorare passo passo l'evoluzione di questa vicenda affinché vengano tutelati tutti i posti di lavoro» sottolinea Dario Basso segretario della Uilm di Torino. «La norma introdotta dal Governo – spiega l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte – sarà uno strumento per gestire crisi simili a quella della Comital, in Piemonte ci sono altre aziendecome la Nebbiolo di Bruino, azienda metalmeccanica fallita questo mese, con una quarantina di dipendenti».