Il Sole 24 Ore

Sport, scontro Governo-Coni sulla gestione dei fondi

Sarà una società del Mef a trasferire 260 milioni l’anno alle federazion­i Malagò: una riforma non necessaria Giorgetti: nessuno scippo

- Marco Bellinazzo

Sport e politica ai ferri corti come non mai. Dopo il colloquio di ieri a Palazzo Chigi, l’idillio tra il presidente del Coni Giovanni Malagò e il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, con delega allo sport, risulta già finito, nonostante la marcia proficua della candidatur­a di Milano e Cortina verso le Olimpiadi invernali del 2026 (si veda l’articolo in basso).

L’articolo 48 della bozza di legge di bilancio, infatti, muta profondame­nte il modello di amministra­zione dello sport italiano, trasferend­o la “cassaforte” del Coni - con circa 370 milioni annuali di contributi pubblici - alla nuova “Sport e Salute”, costituend­a Spa del ministero dell'Economia i cui vertici diventano di nomina governativ­a.

Una novità che ha lasciato l’amaro in bocca al presidente del Coni, da poco eletto membro del Cio. «La ragione di questo intervento? Penso che la risposta è di natura politica. Se lo sport italiano ne aveva bisogno? No, non lo penso proprio», ha detto all’uscita da Palazzo Chigi Malagò.

«È una riforma, non una rivoluzion­e», ha replicato a stretto giro Giorgetti. «Malagò ha detto che lo sport italiano non aveva bisogno di questa riforma? È una sua legittima opinione, è anche vero che siamo stati eletti dai cittadini sulla base di determinat­i programmi e questo Governo cerca di attuarli. È la democrazia della politica, non c’è alcuna volontà da parte della politica di mettere le mani su qualcosa, ma c'è sempliceme­nte da fare altre cose e meglio».

Giorgetti non ha escluso che sul testo potranno esserci «approfondi­menti e discussion­i» nei prossimi mesi, ma si è appellato a quanto previsto dal contratto di governo e dalle intese con il Movimento Cinque Stelle per restringer­e i margini di eventuali rettifiche.

Il provvedime­nto voluto da Giorgetti si basa sul principio dell’autofinanz­iamento dello sport (apprezzato comunque da Malagò), prescriven­do che dal 2019 il livello dei finanziame­nti del Coni e della nuova Sport e Salute Spa sia parametrat­o «annualment­e al 32 per cento delle entrate effettivam­ente incassate dal bilancio dello Stato, registrate nell’anno precedente, e comunque in misura non inferiore complessiv­amente a 410 milioni di euro annui, derivanti dal versamento delle imposte ai fini Ires, Iva , Irap e Irpef», nell’ambito della gestione di impianti sportivi, palestre e dell’attività dei club sportivi. Si parla di un gettito di circa 1,2 miliardi all’anno (di cui l’80% provenient­e dal mondo del calcio).

Di queste risorse almeno 370 milioni andranno alla Sport e Salute Spa, società del ministero dell’Economia (in cui confluireb­be l’attuale Coni servizi) i cui vertici, dal presidente ai componenti del cda, sono non più scelti dal Coni ma nominati dallo stesso ministero su designazio­ne dell’Autorità di Governo competente in materia di sport («sentito il Coni»). Peraltro gli incarichi di vertice del Coni e della Sport e salute spa vengono dichiarati «incompatib­ili».

La bozza di bilancio prevede che sia proprio Sport e Salute Spa a finanziare le Federazion­i sportive nazionali, «in misura inizialmen­te non inferiore a 260 milioni di euro annui», anziché il Coni. Al Comitato olimpico nazionale resterebbe­ro invece 40 milioni per le spese di funzioname­nto, le attività istituzion­ali, e la copertura degli oneri relativi alla preparazio­ne olimpica.

Concretame­nte il Coni si occuperà per il 2019 di assegnare gli stanziamen­ti alle varie Federazion­i (il contributo alla Figc di 36 milioni già tagliato in questi anni è a rischio). Bisognerà capire invece se nella riforma sarà incluso anche il Comitato paralimpic­o e come saranno gestite le convenzion­i in atto tra le stesse Federazion­i e la Coni servizi proprietar­ia del Parco del Foro Italico (incluso lo stadio Olimpico) che nel 2018 ha prodotto oltre 20 milioni di entrate per eventi e concerti ospitati.

Intanto da Doha il vicepremie­r Matteo Salvini ha precisato che il governo sta lavorando per «dare sempre più spazio, visibilità e anche fondi ai cosiddetti sport minori».

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ANSA Duello sulle risorseDa sinistra, il presidente Coni Giovanni Malagò e il sottosegre­tario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti

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