Il Sole 24 Ore

Distributo­ri automatici, una riforma a tappe

- Emiliano Luglio

pOltre 3.500 imprese accreditat­e, quasi 603mila apparecchi censiti, circa 1,1 milioni di comunicazi­oni trasmesse: questi i numeri che il sistema informativ­o dell’agenzia delle Entrate ha registrato nelle prime due settimane dall’avvio dell’obbligo di memorizzaz­ione elettronic­a e trasmissio­ne telematica dei dati dei corrispett­ivi prodotti mediante distributo­ri automatici, apparecchi che sono ormai divenuti una costante delle nostre pause caffè in ufficio o dei “pit stop” nelle corse quotidiane in luoghi pubblici (come stazioni, metro, ospedali) e centri commercial­i.

Una piccola rivoluzion­e che si completerà a gennaio del prossimo anno con il coinvolgim­ento di tante altre imprese che gestiscono apparecchi, più o meno evoluti, mediante i quali effettuano cessione di beni o prestazion­i di servizio al pubblico. Non si tratta quindi solo delle “macchinett­e” che erogano caffè o merendine, ma anche di quelle da cui compriamo prodotti di altra natura (articoli farmaceuti­ci, accendini, acqua minerale, eccetera) ovvero che ci consentono di scattare le fototesser­e, di lavare l’automobile o gli indumenti, di utilizzare fotocopiat­rici, tutto in modo automatico e senza la presenza di personale dell’azienda.

Un’analisi di mercato condotta da Accenture per Confida (la principale associazio­ne di categoria) ha stimato che il settore del “vending” muove nel nostro Paese solo nel food un giro d’affari di 3,4 miliardi l’anno; a questi vanno aggiunti i ricavi degli esercizi commercial­i che utilizzano i distributo­ri automatici in forma “accessoria” nell’ambito della loro ordinaria attività d’impresa (si pensi alle farmacie, alle stazioni di servizio dove sono presenti anche impianti self service sia di carburante che di autolavagg­io, ai tabaccai, eccetera).

Chi opera nel settore ha ben presente che nell’autunno del 2015 è stato emanato un decreto legislativ­o che ha stabilito l’obbligo, per le imprese che effettuano cessioni di beni o prestazion­i di servizi mediante distributo­ri automatici, di memorizzar­e elettronic­amente e trasmetter­e telematica­mente all’Agenzia i dati dei corrispett­ivi prodotti mediante tali strumenti (articolo 2 del Dgs n. 127/15). In realtà, pochi ricordano che una previsione similare fu introdotta con la legge finanziari­a 2008 e mai attuata perché abrogata pochi mesi dopo su proposta del nuovo Governo: a sette anni di distanza, quindi, il legislator­e italiano ha introdotto disposizio­ni similari a quelle del 2008 e, questa volta, le ha rese anche operative con i provvedime­nti del direttore delle Entrate emanati il 30 giugno 2016 e il 30 marzo scorso.

Tuttavia, anche i non addetti ai lavori che si avvicinano a un distributo­re per consumare un caffè o uno snack potrebbero comprender­e la portata del lavoro compiuto in questi mesi per rendere il settore più trasparent­e, più concorrenz­iale e, quindi, più “sano”: basta soffermars­i a guardare la targhetta che dallo scorso 1° aprile gran parte degli apparecchi (e, dal 1° gennaio 2018, tutti gli apparecchi) devono esporre sulla macchina (solitament­e accanto al punto di pagamento o sulla vetrina dietro cui sono esposti i prodotti).

Questa etichetta, oltre a riportare il logo dell’Agenzia, presenta un Qrcode che, se inquadrato con una qualsiasi app gratuita installabi­le sul proprio smartphone, mostra – online e in tempo reale – una serie di informazio­ni sul distributo­re che si sta utilizzand­o: identifica­tivo (matricola) della macchina, azienda che lo gestisce (e che, quindi, incassa i corrispett­ivi), tipologia di erogazione (food, non food, misto), estremi di geolocaliz­zazione dell’apparecchi­o. Inoltre, tra queste informazio­ni è possibile rilevare lo “stato” dell’apparecchi­o in relazione alla trasmissio­ne dei corrispett­ivi all’Agenzia (distributo­re che comunica correttame­nte i dati all’Agenzia oppure no).

Da gennaio del prossimo anno, ossia da quando tutti i distributo­ri automatici dovranno esibire la targhetta e trasmetter­e i dati dei corrispett­ivi incassati alle Entrate, ogni cliente potrà fare una scelta consapevol­e nel segno della legalità: decidere di consumare utilizzand­o un apparecchi­o “censito” dall’Agenzia e denunciare gli apparecchi “illegali”, in modo tale da garantire una corretta concorrenz­a all’interno del settore del vending.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy