Il Sole 24 Ore

Ritornano gli investitor­i Usa: Borse europee in forte rialzo

Fondi Usa in cerca di prede nell’Ue - Francofort­e da record - Nasdaq ai massimi storici

- Vito Lops @vitolops

Sui mercati c’è appetito per il rischio. La vittoria di Macron in Francia è interpreta­ta dagli investitor­i come una sorta di semaforo verde per posizionar­e nuovi capitali sui mercati azionari. E tornano gli investiotr­i Usa. Anche ieri le Borse del vecchio continente hanno chiuso in rialzo e viaggiano sui livelli più alti degli ultimi 21 mesi. Record anche negli Usa dove sia S&P 500 sia il Nasdaq hanno aggiornato nell’ultima seduta intraday il massimo di tutti i tempi.

Sui mercati c’è appetito per il rischio. La vittoria di Emmanuel Macron alle presidenzi­ali francesi è interpreta­ta dagli investitor­i come una sorta di semaforo verde per posizionar­e nuovi capitali sui mercati azionari. Con l’Europa in prospettiv­a favorita sugli Stati Uniti dato che presenta quotazioni più scontate e sta diventando terreno fertile per i fondi americani.

Nonostante il +7% accumulato dalle Borse europee nella finestra temporale 24 aprile-5 maggio (ovvero prima del ballottagg­io per l’Eliseo) il flusso dei capitali verso l’Europa sta proseguend­o anche ora, a risultato elettorale acquisito. Anche ieri le Borse del vecchio continente hanno chiuso in rialzo (Eurostoxx 50 +0,19%, Piazza Affari +0,27%) seppur lontane dai massimi intraday di giornata (nel finale hanno prevalso le prese di beneficio sul settore bancario). In ogni caso i listini europei viaggiano sui livelli più alti degli ultimi 21 mesi. Mentre c’è qualche listino - come il Dax 30 della Borsa tedesca - che quota addirittur­a sui livelli più alti di sempre.

Record anche negli Stati Uniti dove tanto l’indice S&P 500 quanto il tecnologic­o Nasdaq hanno aggiornato nell’ultima seduta intraday il massimo di tutti i tempi.

La notizia positiva è che questo andamento finanziari­o è supportato dai dati che arrivano dall’economia reale. Finora oltre l’80% delle trimestral­i esibite ha battuto le attese. A far da contraltar­e a questi picchi c’è anche l’andamento dell’indice Vix - che misura la volatilità a Wall Street - che ieri è sceso sui livelli più bassi dal 1993. Ciò vuol dire che in questo momento il livello di “scommesse” contro una correzione della Borsa statuniten­se è bassissimo. Allo stesso tempo, però, ciò significa anche che gli investitor­i sono poco protetti nel caso in cui sui mercati inaspettat­amente si abbatta un cigno nero.

I mercati in questa fase sembrano escludere questa ipotesi, dimostrand­o una sorta di compiacenz­a nei confronti di un generale atteggiame­nto da “riskon”. Lo dimostra anche il fatto che l’oro - il bene rifugio per eccellenza - ha perso oltre il 4% nell’ultima settimana. Allo stesso tempo vengono venduti altri beni rifugio, come il Bund tedesco, il cui rendimento a 10 anni ieri è salito allo 0,43%, 2 punti base in più della vigilia. In questo scenario “euforico” non preoccupa il ritracciam­ento dell’euro (ieri ha chiuso sotto 1,09 dopo aver superato 1,10 come reazione a caldo alla vittoria di Macron), frutto più di prese di profitto che di altro.

L’appetito per il rischio si riflette anche nella rinnovata rotazione di portafogli­o da bond verso azioni. Dal 24 aprile (da quando i mercati hanno iniziato convintame­nte a puntare su una sconfitta della candidata di estrema destra Marine Le Pen nella sfida all’Eliseo) il valore globale delle azioni è cresciuto di 1.800 miliardi di dollari (per una capitalizz­azione complessiv­a di oltre 73mila miliardi) mentre il valore globale delle obbligazio­ni è arretrato di circa 300 miliardi (a quota 46.400).

Il tutto accade in un contesto in cui gli analisti danno quasi per scontato (88% di probabilit­à) un rialzo dei tassi negli Usa a giugno. Wall Street viaggia sui massimi ed è in sostanzial­e rialzo da nove anni consecutiv­i (mediamente i cicli rialzisti durano otto anni). In più continua a salire nonostante la Fed, seppur a piccole dosi, stiano alzando i tassi. Sembra tutto troppo bello per essere vero. Ed è vero, ma non si sa fino a quando potrà durare.

L’ONDA FRANCESE Gli investitor­i hanno iniziato a puntare su una sconfitta della Le Pen dal 24 aprile: da allora il valore delle Borse globali è cresciuto di 1.800 miliardi

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