Al via referendum sul preaccordo
Per Alitalia si avvicina l’ora della verità: i 12.500 dipendenti sono chiamati tra domani e domenica ad esprimersi sul preaccordo siglato da sindacati confederali, di categoria e associazioni professionali lo scorso venerdì notte al Mise.
Non è previsto un quorum per il referendum e per votare saranno allestiti sette seggi - cinque a Fiumicino, uno a Linate e uno a Malpensa- da domattina alle 6 fino a domenica alla mezzanotte. Se vincerà il sì, mercoledì 26 marzo le dieci sigle andranno al Mise per la firma dell’accordo, e potrà partire l’operazione da circa 2 miliardi di euro, di cui oltre 900 milioni di nuova finanza. La cassa sta finendo, ad Alitalia serve rapidamente un’iniezione di liquidità per pagare stipendi e fornitori. «Questo accordo consente di salvare Alitalia - ha spiegato il ministro Graziano Delrio (Trasporti) - che altrimenti andrebbe in liquidazione. Per noi è prendere o lasciare». Se vincesse il “no”? «Non vogliamo mettere più soldi pubblici in Alitalia - ha detto il ministro Carlo Calenda (Mise) - , vogliamo che diventi una compagnia competitiva. Se il referendum dovesse dare un esito negativo, deve essere chiaro a tutti che si va verso il rischio concretissimo di una liquidazione della compagnia». Calenda ha stimato in 1 miliardo il costo del fallimento per le casse pubbliche: servirà per gestire per alcuni mesi l’amministrazione straordinaria e pagare la Cig.
Filt-Cgil e Fit-Cisl sostengono il sì: «abbiamo sottoscritto quel verbale - spiega Nino Cortorillo (Filt-Cgil) - che aveva la logica di evitare il fallimento della compagnia. L’unico modo per recuperare anche quei contenuti negativi è dare un futuro ad Alitalia, dunque bisogna condividere il preaccordo». La Uilt, per voce del leader Claudio Tarlazzi, «lascia libertà di coscienza, non si schiera né per il sì né per il no». Cub trasporti e l’Anp sostengono il no.
Per il personale di terra con contratto a tempo indeterminato il preaccordo prevede 980 esuberi, invece dei 1.338 del piano industriale (per il riassorbimento di oltre trecento addetti in precedenza oggetto di esternalizzazioni): avranno 2 anni di cassa integrazione straordinaria e, con l’integrazione del Fondo di settore, fino all’80% della retribuzione. Poi o saranno rias-
SUL VERBALE SIGLATO AL MISE Filt-Cgil e Fit-Cisl per il sì, Uiltrasporti è neutrale Calenda: «Stop soldi pubblici alla compagnia, con il no verso la liquidazione»
sorbiti dall’azienda o avranno 2 anni di Naspi (l'ex indennità di disoccupazione). Vengono confermati gli esuberi per 558 contratti a tempo determinato e 141 che lavorano all’estero.
Per il personale navigante l’azienda ha chiesto una riduzione del 21,6% dell’indennità di volo oraria pari ad una sforbiciata della retribuzione di circa l’8%. Gli scatti annuali di anzianità diventano triennali, ai neoassunti saranno applicati i meno vantaggiosi livelli retributivi di city liner, i riposi annuali scendono da 120 a 108 e si farà un altro anno di solidarietà. Sul fronte dei ricavi, infine, secondo quanto anticipato dal presidente designato Luigi Gubitosi a giorni sarà annunciata una nuova rotta sul lungo raggio.