CsC: dallo scambio Iva-cuneo un forte stimolo alla crescita
Risanare i conti pubblici e crescere. È il «sentiero stretto» su cui si muove il Documento di economia e finanza, a causa del ridotto potenziale di crescita del paese e dall’azione che va fatta sul bilancio pubblico. «Difficile sostenere lo sviluppo alla luce delle restrizioni programmate», un intervento sui conti di circa 30 miliardi cumulati strutturali nel triennio 2017-2019. Occorrono «interventi di qualità, senza tentennamenti e retromarce per tornare a crescere nel medio periodo a tassi adeguati, superiori al 2 per cento. La strada maestra per mettere in sicurezza i conti pubblici e far ripiegare il debito pubblico in rapporto al Pil». È il messaggio di Confindustria ai deputati e senatori delle Commissioni Bilancio, nell’audizione di ieri.
«Il Def si presenta come una transizione verso il chiarimento degli orizzonti politici internazionali e interni», ha detto il direttore del Centro studi Confindustria, Luca Paolazzi, sottolineando che le condizioni dell’economia restano «emergenziali». Occorre andare avanti sulle riforme strutturali, ha incalzato Paolazzi, intervenendo sui nodi di sviluppo. L’auspicio di Confindustria è che l’utilizzo della flessibilità dei conti, se fosse ulte- riorrmente concessa dalla Ue, venga utilizzata per «migliorare la competitività delle imprese», per una crescita «che è precondizione per eliminare disuguaglianze e povertà», ridurre il cuneo fiscale e contributivo e la tassazione di mezzi di produzione, potenziale le infrastrutture e la ricerca e innovazione.
Proprio sul cuneo fiscale, rispondendo a una domanda sullo scambio riduzione-aumento del- l’Iva, Paolazzi ha risposto che «da tutte le simulazioni fatte determina un forte stimolo alla crescita, anche in questa situazione di debolezza dei consumi. Vuoi perché la riduzione del cuneo si traduce in una minore dimanica inflazionistica, o perché c’è un maggiore stimolo alle esportazioni, vuoi perché c’è un premio a chi si orienta verso i mercati esteri che sono i più dinamici». Sempre sul versante competitività secondo il direttore del Centro studi Confindustria la decontribu- zione e la detassazione concentrata su giovani e donne «va perseguita senza timidezze» perché è «positiva per la loro inclusione, riduce l’handicap competitivo che grava sulle imprese, che hano una tassazione sull’occupazione ben più alta della media europea». La misura temporanea, secondo Confindustria, non può che essere la premessa per una riduzione «permanemte, rilevante e generalizzata».
Importante, per Confindustria, è il tema degli investimenti pubblici: una «robusta accelerazione» è necessaria per aumentare la competitività dell’industria. Sulla politica industriale, è importante che il governo renda strutturali le misure adottate. Quanto a Industria 4.0, sarebbe opportuno prorogare al 31 dicembre 2018 il termine per beneficiare dell’iper-ammortamento. Ci sono «progressi significativi» nella riforma della macchina amministrativa, ha detto Paolazzi, ma è «fondamentale » che l’azione sia completata con l’approvazione del decreto correttivo sulle società partecipate, senza stravolgerne l’impianto originario. Inoltre Confindustria sollecita una rapida risoluzione del problema delle sofferenze bancare per sbloccare il credito alle imprese.
LA STRETTA 2017-2019 «Difficile sostenere lo sviluppo alla luce delle restrizioni programmate». Intervento di circa 30 miliardi cumulati strutturali in tre anni