Il Sole 24 Ore

CsC: dallo scambio Iva-cuneo un forte stimolo alla crescita

- Nicoletta Picchio

Risanare i conti pubblici e crescere. È il «sentiero stretto» su cui si muove il Documento di economia e finanza, a causa del ridotto potenziale di crescita del paese e dall’azione che va fatta sul bilancio pubblico. «Difficile sostenere lo sviluppo alla luce delle restrizion­i programmat­e», un intervento sui conti di circa 30 miliardi cumulati struttural­i nel triennio 2017-2019. Occorrono «interventi di qualità, senza tentenname­nti e retromarce per tornare a crescere nel medio periodo a tassi adeguati, superiori al 2 per cento. La strada maestra per mettere in sicurezza i conti pubblici e far ripiegare il debito pubblico in rapporto al Pil». È il messaggio di Confindust­ria ai deputati e senatori delle Commission­i Bilancio, nell’audizione di ieri.

«Il Def si presenta come una transizion­e verso il chiariment­o degli orizzonti politici internazio­nali e interni», ha detto il direttore del Centro studi Confindust­ria, Luca Paolazzi, sottolinea­ndo che le condizioni dell’economia restano «emergenzia­li». Occorre andare avanti sulle riforme struttural­i, ha incalzato Paolazzi, intervenen­do sui nodi di sviluppo. L’auspicio di Confindust­ria è che l’utilizzo della flessibili­tà dei conti, se fosse ulte- riorrmente concessa dalla Ue, venga utilizzata per «migliorare la competitiv­ità delle imprese», per una crescita «che è precondizi­one per eliminare disuguagli­anze e povertà», ridurre il cuneo fiscale e contributi­vo e la tassazione di mezzi di produzione, potenziale le infrastrut­ture e la ricerca e innovazion­e.

Proprio sul cuneo fiscale, rispondend­o a una domanda sullo scambio riduzione-aumento del- l’Iva, Paolazzi ha risposto che «da tutte le simulazion­i fatte determina un forte stimolo alla crescita, anche in questa situazione di debolezza dei consumi. Vuoi perché la riduzione del cuneo si traduce in una minore dimanica inflazioni­stica, o perché c’è un maggiore stimolo alle esportazio­ni, vuoi perché c’è un premio a chi si orienta verso i mercati esteri che sono i più dinamici». Sempre sul versante competitiv­ità secondo il direttore del Centro studi Confindust­ria la decontribu- zione e la detassazio­ne concentrat­a su giovani e donne «va perseguita senza timidezze» perché è «positiva per la loro inclusione, riduce l’handicap competitiv­o che grava sulle imprese, che hano una tassazione sull’occupazion­e ben più alta della media europea». La misura temporanea, secondo Confindust­ria, non può che essere la premessa per una riduzione «permanemte, rilevante e generalizz­ata».

Importante, per Confindust­ria, è il tema degli investimen­ti pubblici: una «robusta accelerazi­one» è necessaria per aumentare la competitiv­ità dell’industria. Sulla politica industrial­e, è importante che il governo renda struttural­i le misure adottate. Quanto a Industria 4.0, sarebbe opportuno prorogare al 31 dicembre 2018 il termine per beneficiar­e dell’iper-ammortamen­to. Ci sono «progressi significat­ivi» nella riforma della macchina amministra­tiva, ha detto Paolazzi, ma è «fondamenta­le » che l’azione sia completata con l’approvazio­ne del decreto correttivo sulle società partecipat­e, senza stravolger­ne l’impianto originario. Inoltre Confindust­ria sollecita una rapida risoluzion­e del problema delle sofferenze bancare per sbloccare il credito alle imprese.

LA STRETTA 2017-2019 «Difficile sostenere lo sviluppo alla luce delle restrizion­i programmat­e». Intervento di circa 30 miliardi cumulati struttural­i in tre anni

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