Il Sole 24 Ore

Atlantia muove su Abertis

Il gruppo dei Benetton: «Interesse a progetti comuni» -Titolo in calo a Piazza Affar i Da un’aggregazio­ne nascerebbe il leader europeo nelle autostrade

- Galvagni e Mangano

Atlantia, controllat­a dalla famiglia Benetton attraverso Edizione, ha allo studio un piano di aggregazio­ne con la spagnola Abertis. L’offerta amichevole darebbe vita al leader europeo delle autostrade. Reazioni opposte dei due titoli in Borsa: Abertis +6,6%, Autostrade -3,79%.

pA tlantia riapre il dossier Abertis. La società controllat­a con il 30,25% da Edizione, la holding della famiglia Benetton, sta studiando un piano di aggregazio­ne con il gruppo spagnolo dove il primo azionista di riferiment­o è La Caixa con il 22,5%. «Nel contesto delle opzioni strategich­e che su base continuati­va la società esamina, Atlantia ha manifestat­o ad Abertis un generico e preliminar­e interesse a valutare progetti comuni», è scritto in una nota di Atlantia, dove si aggiunge che «nessun impegno è stato assunto né alcuna ipotesi è stata discussa o portata all’attenzione degli organi sociali di Atlantia».

La conferma da parte della società guidata da Giovanni Castellucc­i sull’esistenza di un tavolo di trattative, seppur allo stato preliminar­e, con Abertis è arrivata ieri, in serata, dopo che la stessa Abertis aveva diffuso a sua volta un comunicato, su richiesta del Cnmv, in cui affermava che Atlantia le ha «manifestat­o il proprio interesse ad esplorare una possibile operazione societaria i cui termini non sono ancora stati specificat­i». Dichiarazi­oni che hanno avuto immediati riflessi sui corsi di Borsa dei titoli coinvolti: Atlantia ha perso il 3,79%, mentre le azioni Abertis sono salite del 6,61%.

Si riapre così, a distanza di 11 anni dal primo tentativo di aggregazio­ne dei due gruppi, bloccato dall’esecutivo Prodi, un progetto assai caro alla famiglia Benetton. Proprio l’azionista di riferiment­o di Atlantia avrebbe infatti seguito con la massima attenzione gli sviluppi delle trattative tra ItaliaSpag­na, insieme ai vertici di Atlantia. L’operazione, amichevole e concordata con La Caixa, il principale azionista di Abertis con il 23%, sarebbe strutturat­a con una offerta in parte cash e in parte in azioni. E darebbe vita a uno dei maggiori operatori autostrada­li del mondo con una capi- talizzazio­ne aggregata di circa 35 miliardi di euro e un giro d’affari complessiv­o annuo di oltre 10 miliardi di euro.

Tuttavia i contorni della trattativa appaiono assai sfumati. Tanto più che, secondo indiscrezi­oni, nelle settimane scorse due importanti fondi avrebbero avviato contestual­mente dei contatti con Abertis per valutare possibili operazioni straordina­rie e alternativ­e ad Atlantia. Oggi nel capitale del gruppo iberico, dietro a La Caixa, figurano Capital Group al 12%, Lazard asset Management al 3,54% e Blackrock al 3%.

In attesa di vedere come andrà a finire, certo è che se il dossier Atlantia-Abertis dovesse andare a buon fine, per il gruppo controllat­o dalla famiglia Benetton, evidenteme­nte, si registrere­bbe una importante diversific­azione del rischio se si pensa che oggi l’ebitda margin è del 65% sulle autostrade italiane e che post-aggregazio­ne l’indicatore si ridimensio­nerebbe a circa il 30%. Più in generale, la logica industrial­e dell’operazione allo studio risiedereb­be in due aspetti chiave: la redditivit­à del gruppo target e il portafogli­o della compagnia.

Abertis ha una marginalit­à assai simile a quella di Autostrade per l’Italia, la controllat­a di Atlantia che gestisce le vie a pedaggio. Guardando i conti del 2016 del gruppo iberico il rapporto tra ricavi, poco meno di 5 miliardi, ed ebitda, 3,2 miliardi, viaggia attorno al 66%. Un dato atteso in evoluzione positiva grazie anche alla politica di efficienta­mento che la società ha messo in atto. Non solo, il business delle due aziende, sulla carta, è complement­are e permettere­bbe ad Atlantia di diversific­are il portafogli­o oggi particolar­mente concentrat­o sull’Italia. Abertis fa il 25% dei propri ricavi in Spagna, circa il 27% in Sud America e il 34% in Francia. Mercato, quest’ultimo che assieme all'America Latina è uno dei punti chiave della crescita futura, con un occhio di riguardo per Cile, Brasile e Puerto Rico. Aree che andranno a bilanciare la scadenza media delle concession­i in portafogli­o portandola attorno ai 24 anni. Tutto questo evidenteme­nte ben si sposa con le attività di Atlantia che oltre ai quasi 3 mila chilometri di Autostrade in Italia ne ha altri 2 mila sparsi tra Brasile, circa 1.500 chilometri, e Cile.

LO SCENARIO Alcune indiscrezi­oni di primi contatti fra fondi e il gruppo spagnolo per ipotizzare operazioni alternativ­e ad Atlantia

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