Il Sole 24 Ore

L’ultimo gol di Silvio: 740 milioni per il suo Milan

Ago della bilancia diventa ora il finanziato­re, il fondo Usa Elliott: rimborsati 73 milioni alle banche italiane Il cinese Yonghong Li il nuovo proprietar­io: Fininvest lascia dopo 31 anni

- Di Carlo Festa Bellinazzo, Fatiguso, Pavesi, Olivieri

Il Milan cambia proprietà. Comincia l’era di Yonghong Li e finisce quella di Silvio Berlusconi e della Fininvest. Dopo mesi di trattative complesse e difficili, arriva a conclusion­e la transazion­e con l’investitor­e cinese Mr Li. Il prezzo messo sul piatto è quello da Guinness dei primati: 740 milioni di euro compresi i debiti.

La Fininvest può così incassare risorse preziose dopo i centinaia di milioni spesi in questi anni per ripianare le perdite del club rossonero. Per Yonghong Li la partita invece inizia ora. Al di là di quelli che saranno i risultati sportivi, l’uomo d’affari cinese dovrà riportare il Milan ad essere redditizio e dovrà soprattutt­o rimborsare la mole di debiti (303 milioni di euro) contratti con il finanziato­re americano, il fondo Elliott.

Si chiude l’era di Fininvest e della famiglia Berlusconi e si apre quella dell’uomo d’affari cinese Yonghong Li.

La famiglia Berlusconi ha ceduto definitiva­mente il Milan: l’intera partecipaz­ione del 99,93% alla Rossoneri Sport Investment Lux, cioè il veicolo costruito per l’acquisizio­ne. Al di là delle opinioni nostalgich­e sulla oltre trentennal­e (e gloriosa) epoca di Silvio Berlusconi presidente e delle roboanti di chiarazion­i di Mr Li (“da oggi costruiamo il futuro”), la vera partita che si aprirà da oggi sarà finanziari­a.

Gli estremi dell'accordo (firmato dall’ad di Fininvest, Danilo Pellegrino, e da David Han Li, rappresent­ante di Rossoneri Sport Investment Lux affiancati dagli advisor Lazard, Chiomenti, Rothschild e Gianni Origoni Grippo Cappelli) prevedono una valutazion­e complessiv­a del Milan pari a 740 milioni di euro, comprensiv­i di una situazione debitoria stimata al 30 giugno 2016, come da intese fra le parti, in circa 220 milioni. A quanto incassato da Fininvest si aggiungono 90 milioni a titolo di rimborso dei versamenti in conto capitale eseguiti dalla stessa Fininvest a favore del Milan dal primo luglio 2016 ad oggi. Gli acquirenti hanno inoltre «confermato l’impegno a compiere importanti interventi di ricapitali­zzazione del Milan». Per la campagna acquisti e di rafforzame­nto del club sarebbero previsti tra i 130 e i 140 milioni di euro.

Oggi l’assemblea dei soci del Milan riunita in prima convocazio­ne provvederà, fra l’altro, a deliberare in ordine alla nomina dei nuovi organi sociali. Del nuovo board faranno parte i cinesi Yonghong Li e Han Li, il banchiere Lu Bo (che lavora in Haixia, tra i finanziato­ri dell’operazione) e un manager che risponde al nome di Xu Renshuo. Poi ci sono gli italiani: Paolo Scaroni (ex numero uno di Eni, in quota Elliot), oltre all’avvocato Roberto Cappelli dello studio Gianni Origoni e Marco Patuano (ex numero uno a di Telecom) come indipenden­te.

La partita vera, quella finanziari­a, inizia ora. Yonghong Li avrà 18 mesi per rimborsare i 303 milioni dati in prestito dal fondo statuniten­se Elliott e dall’altro investitor­e londinese Blue Skye, partner del fondo Usa.

Di questi 303 milioni ( il cui contratto finale di finanziame­n- to è stato firmato ieri nello studio milanese Craca Di Carlo Guffanti Pisapia Tatozzi) circa 180 milioni sono stati prestati per l’acquisizio­ne del club (con tassi dell’11,5%), mentre gli altri 123 milionison­o prestiti per il Milan: di cui circa 73 milioni sono andati proprio ieri a a rimborsare parte del debito con le banche italiane e 50 milioni saranno per il rafforzame­nto della squadra. Elliott si prenderà in pegno il 99,93% delle azioni del Milan, oltre che il capitale della società veicolo Rossoneri Lux.

Yonghong Liavrà quindi tre opzioni per rimborsare i 303 milioni. La prima è quella di vedere sbloccati quei fondi di importanti investitor­i che Li ha dichiarato di avere come compagni di viaggio, soldi che sarebbero bloccati al momento dal governo cinese. Come seconda opzione c’è l'ingresso sulla scena di un terzo soggetto, al momento sconosciut­o, pronto a subentrare nella partita. L’ultima opzione prevedereb­be la quotazione del Milan sulla Borsa di Hong Kong. Se nessuna di queste ipotesi si dovesse concretizz­are, il rischio è che il Milan passi nelle mani del fondo Elliott che lo rivenderà al miglior offerente .

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99% a Mr Li. La firma di David Han Li, rappresent­ante della cordata cinese

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