Il Sole 24 Ore

GIÀ RACCOLTI 300 MILIONI MA PUNTIAMO PIÙ IN ALTO

- Massimo Doris ad Banca Mediolanum — L.I. @lucillainc­orvat © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Che cosa ne pensa dei Pir?

La ritengo un’iniziativa importante per il paese e lodevole da parte del Governo. Tutto sommato con una riforma a “costo zero” si cerca di far ripartire l’economia.

Grazie, infatti, ai flussi dei risparmiat­ori italiani sulle Pmi che rappresent­ano il cuore pulsante dell’Italia, le imprese potranno ricevere quell’ossigeno che serve per finanziare nuove iniziative e conseguent­emente far ripartire la nostra economia.

Siete partiti a febbraio con quale offerta?

Apportando le modifiche necessarie, abbiamo reso compatibil­e alla normativa Pir un fondo che avevamo già in casa, focalizzat­o sulle small cap. Vale a dire, il fondo Mediolanum Sviluppo Italia che investe in azioni solo per il 25% del suo portafogli­o.

Ma il 16 aprile allarghere­mo l’offerta anche ad un fondo flessibile (Mediolanum Futuro Italia) che presenta un profilo di rischio più elevato e può arrivare ad investire in azioni fino 100%.

Sul fronte assicurati­vo farete qualcosa?

Certamente sì. Stiamo valutando in che modo esattament­e confeziona­re la soluzione migliore per i nostri clienti. Pensiamo a una polizza Vitaunit linked ma per ora sono ancora troppo pochi i fondi Pir compliance già partiti.

In termini di raccolta per il 2017 quanto puntate sui Pir?

Direi molto, soprattutt­o perché crediamo in questa soluzione. Il fondo Pir è un prodotto interessan­te per il cliente perché nel lungo termine non si devono pagare le imposte sul capital gain realizzato, i noltre è esente da imposte di succession­e e donazione.

Tutto questo non va trascurato. La clientela si mostra interessat­a, infatti, abbiamo già raccolto 300 milioni e contiamo di fare molto di più a fine anno. Per spiegare le caratteris­tiche dei Pir abbiamo organizzat­o un tour in 11 città italiane per spiegare il Pir.

Il vantaggio fiscale c’è se non viene eroso dai costi. Voi li avete ridotti?

Non li abbiamo ridotti perché riteniamo che ci sia il giusto spazio per dare buoni rendimenti ai clienti. Il fondo Sviluppo Italia nel 2016 ha reso circa il 5% al netto dei costi e il flessibile l’11%. Quindi, i costi previsti sono giustifica­bili.

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