GIÀ RACCOLTI 300 MILIONI MA PUNTIAMO PIÙ IN ALTO
Che cosa ne pensa dei Pir?
La ritengo un’iniziativa importante per il paese e lodevole da parte del Governo. Tutto sommato con una riforma a “costo zero” si cerca di far ripartire l’economia.
Grazie, infatti, ai flussi dei risparmiatori italiani sulle Pmi che rappresentano il cuore pulsante dell’Italia, le imprese potranno ricevere quell’ossigeno che serve per finanziare nuove iniziative e conseguentemente far ripartire la nostra economia.
Siete partiti a febbraio con quale offerta?
Apportando le modifiche necessarie, abbiamo reso compatibile alla normativa Pir un fondo che avevamo già in casa, focalizzato sulle small cap. Vale a dire, il fondo Mediolanum Sviluppo Italia che investe in azioni solo per il 25% del suo portafoglio.
Ma il 16 aprile allargheremo l’offerta anche ad un fondo flessibile (Mediolanum Futuro Italia) che presenta un profilo di rischio più elevato e può arrivare ad investire in azioni fino 100%.
Sul fronte assicurativo farete qualcosa?
Certamente sì. Stiamo valutando in che modo esattamente confezionare la soluzione migliore per i nostri clienti. Pensiamo a una polizza Vitaunit linked ma per ora sono ancora troppo pochi i fondi Pir compliance già partiti.
In termini di raccolta per il 2017 quanto puntate sui Pir?
Direi molto, soprattutto perché crediamo in questa soluzione. Il fondo Pir è un prodotto interessante per il cliente perché nel lungo termine non si devono pagare le imposte sul capital gain realizzato, i noltre è esente da imposte di successione e donazione.
Tutto questo non va trascurato. La clientela si mostra interessata, infatti, abbiamo già raccolto 300 milioni e contiamo di fare molto di più a fine anno. Per spiegare le caratteristiche dei Pir abbiamo organizzato un tour in 11 città italiane per spiegare il Pir.
Il vantaggio fiscale c’è se non viene eroso dai costi. Voi li avete ridotti?
Non li abbiamo ridotti perché riteniamo che ci sia il giusto spazio per dare buoni rendimenti ai clienti. Il fondo Sviluppo Italia nel 2016 ha reso circa il 5% al netto dei costi e il flessibile l’11%. Quindi, i costi previsti sono giustificabili.