Il Sole 24 Ore

L’approfondi­mento: i mutui

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Nella pagina a fianco più spazio a una delle tante richieste fatte dai lettori di « Plus24 » .

«I calcoli e gli addebiti che l’intermedia­rio bancario ha applicato sono corretti», conferma Angelo Drusiani, gestore di Banca Albertini-Syz. L’obbligazio­ne Bei con durata ventennale fu collocata il 20 febbraio 1997ad un prezzo di 24,664 euro. Tra le caratteris­tiche: iniziale assenza di flusso cedolare, valore di rimborso fissato a 34,9978, possibilit­à di pagare una cedola del 2,53734% a partire dal 20 febbraio 2002. Questa opzione fu posta in essere. «I conteggi effettuati dalla banca sono i seguenti: valore della cedole su valore nominale indicato in domanda 85.000*2,537/100=2156,45; imposta su valore cedola 2156,45*12,50/100=269,57. L’imposta sul valore di rimborso: 34,9978-24,664=10,3338; 85000*10,3338/100=8783,73; lo sviluppo porta a: 8783,73*12,50/100=1097,97. L e differenze dei decimali sono minime. «Non esiste compensazi­one con minusvalen­ze antecedent­i, perché le prime appartengo­no alla categoria che fiscalment­e li definisce come redditi diversi, mentre sia le cedole, sia il cosiddetto disaggio d’emissione (la differenza positiva tra valore di rimborso e prezzo d’emissione) appartengo­no alla categoria dei redditi da capitale», spiega Drusiani. Le due differenti categorie non possono trovare compensazi­one tra di loro. In conclusion­e, calcoli effettuati correttame­nte e nessuna possibilit­à di compensare l’imposta applicata sul valore di rimborso dell’obbligazio­ne alla naturale scadenza.

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