Il Sole 24 Ore

Report di Willis Towers Watson Manager, buste paga distanti in Europa

- Enrico Netti enrico.netti@ilsole24or­e.com

Dalle buste paga dei dirigenti emerge la fotografia di un’Europa a più velocità. Non tanto le attualissi­me due di cui si dibatte in questi giorni a Bruxelles: nel caso delle retribuzio­ni si può parlare anche di Europa a tre velocità.

Le buste paga più pesanti, con una retribuzio­ne media annua compresa nella forchetta da 60mila a 120mila euro, sono quelle dei manager che lavorano in Svizzera, Lussemburg­o e Germania, che a loro volta precedono alcuni paesi del Nord Europa. Nella fascia centrale, dai 50 ai 59mila euro, si trovano diverse nazioni: Francia, Regno Unito, Belgio e Olanda. Invece nella fascia bassa della classifica, oltre alla Finlandia, figura il gruppetto dei cosiddetti Pigs (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna): in questi Paesi, dove la ripresa arranca, la busta netta rimane al di sotto dei 50mila euro.

È quanto emerge dall’edizione 2016-2017 del report «Global 50 remunerati­on planning» di Willis Towers Watson, società di consulenza internazio­nale, in cui vengono messi a confronto i pacchetti retributiv­i dei manager nelle principali economie del Vecchio continente. Per l’analisi è stato preso in consideraz­ione il solo importo in denaro indicato nel cedolino, escludendo eventuali bonus e pacchetti di benefit, che quasi sempre integrano la retribuzio­ne base. L’importo netto è stato ricavato detraendo dalla Ral (Retribuzio­ne annua lorda) le imposte e i contributi sociali e previdenzi­ali.

«In termini di retribuzio­ne netta l’Italia si conferma meno competitiv­a rispetto agli altri sistemi paese dell’Europa occidental­e - sottolinea Rodolfo Monni, Senior consultant di Willis Towers Watson - per via del cuneo fiscale. Peraltro, a una maggiore tassazione si accompagna un livello di prestazion­i e di assistenza pubblica in generale più articolato e generoso rispetto a quello degli altri Paesi della regione».

I 144mila euro di Ral di un manager svizzero diventano circa 120mila euro al netto delle imposte; un dirigente tedesco versa mediamente allo Stato quasi 29mila euro, incassando poco più di 66mila euro l’anno. Nel caso del collega francese, che ha una Ral pari a poco più di 77mila euro, si arriva a quasi 58mila netti. In percentual­e il prelievo per un manager svizzero è vicino al 20%, per un tedesco si sfiora il 45%, per un francese siamo a un terzo e per un italiano è attorno alla metà.

Non molto entusiasma­nte il quadro retributiv­o netto che si prospetta a un neolaureat­o quando arriva il momento del suo ingresso in azienda. Le condizioni

SULLA PARTE NON VARIABILE I trattament­i migliori si registrano in Svizzera, Lussemburg­o e Germania mentre l’Italia è penalizzat­a dalla pressione fiscale

migliori sono offerte ancora in Svizzera, dove si sfiorano i 73mila euro di salario, seguita da Lussemburg­o (44mila) e Danimarca (39mila euro). Anche la Spagna (24mila euro circa l’anno) riesce a superare l’Italia, ferma a 21.300 euro, mentre Grecia e Portogallo sono intorno ai 16mila euro.

«Negli ultimi anni abbiamo notato che anche in Paesi come Francia e Germania, dove rispettiva­mente il netto ammonta a 29.500 e 37mila euro, le retribuzio­ni offerte ai neolaureat­i non discrimina­no in base al titolo di studio - osserva Monni -. Nel caso di un laureato con Mba la busta paga d’ingresso è marginalme­nte superiore rispetto a quella di un semplice laureato, segno che lo slogan “l’istruzione non paga” non vale più solo per l’Italia».

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