Le radici del futuro
Una eco sorprendente delle tesi di Ronald G. Witt la troviamo in un libro di stretta attualità, Università futura. Tra democrazia e bit, di Juan Carlos De Martin (Codice), che nel delineare un futuro possibile delle humanities nell’era digitale non manca di soffermarsi sulle pagine che Eugenio Garin dedicò alla rivoluzione educativa che tra la fine del ’300 e l’inizio del ’500 «ha lasciato tracce profonde nella storia d’Europa e oltre», introducendo un’educazione laica più attenta allo sviluppo degli individui, alla loro felicità personale, unendo lo spirito critico di stampo socratico all’eudaimonia aristotelica di una vita vissuta per la conoscenza. Non è questa la vocazione dell’università di oggi, che non è riuscita a coniugare i propri fini utilitaristici e professionalizzanti coni valori intrinseci della cultura. Quella evocata daGa rin è stata Una rivoluzione incompiuta, per dirla con il titolo di un libro di Ugo Dotti (Aragno), il quale parla di un proto illuminismo e un proto risorgimento italiano, con Dante, Boccaccio, Petrarca e Machiavelli protagonisti, traditi dal Rinascimento, per non essere riuscita l’Italia di allora a costruire uno stato unitario e per aver subito più di altri paesi le conseguenze del Concilio di Trento. I frutti di quel nostro Umanesimo sono maturati altrove, prima in Scozia, poi negli Stati Uniti, dove quella rivoluzione si è coniugata naturalmente con i saperi della modernità e con i metodi della scienza, mentre ancora oggi in Italia è popolare tutt’altra interpretazione dell’Umanesimo, che si nutre della strana alleanza tra neospiritualismo, relativismo postmoderno, «biopolitica» e post-verità, attingendo alle radici del Rinascimento, da Vico e da Gentile, e configurando l’idea di «un’altra modernità», e che vede ancora nell’America e nella Perfida Albione i principali nemici da abbattere. Ma non è proprio lì invece che sono cresciuti, fino a diventare sinonimo di crescita economica e civile, i frutti di un umanesimo che non nega il valore intrinseco della conoscenza e dei metodi logici ed empirici per conseguirla, e che li considera ingredienti fondamentali per la formazione dei cittadini di domani?