Salini indagato a Genova per turbativa d’asta
La difesa del costruttore: «All’oscuro di tutto, come risulta dalle intercettazioni»
pPietro Salini, ad della SaliniImpregilo che è socia di maggioranza del Cociv, il general contractor che ha in appalto il cantiere del terzo valico ferroviario dei Giovi per conto di Rfi, è indagato dalla procura di Genova per turbativa d’asta.
Nel mirino dei Pm ci sono i quattro lotti di Cravasco, Vallemme, Libarna e Pozzolo Formigaro. Per lo stesso reato risultano indagati l’imprenditore savonese Marcello Lombardini e gli ex vertici di Cociv (il consorzio è commissariato e si ritiene parte lesa).
Secondo le indiscrezioni venute a galle in merito alla vicenda, da intercettazioni telefoniche emergerebbe anche un conflitto tra l’imprenditore e il cugino, Claudio Salini, morto in un incidente a Roma nell’autunno del 2015. I legali di Pietro Salini, Grazia Volo e Francesco Mucciarelli, sottolineano che Salini «non ha mai partecipato all’attività di valutazione delle offerte di gara affidate dal Cociv» ed «esiste una sola conversazione telefonica con l’ingegner MIchele Longo (ex presidente del Cociv, arrestato nel corso dell’inchiesta, ndr), il cui contenuto è stato, evidentemente, interpretato in maniera erronea». Salini, spiega una nota dell’azienda, in una conversazione informale con Longo, si è limitato a dire (testualmente): «noi dobbiamo avere dei costruttori di qualità, perché qui abbiamo solo problemi: siamo pronti a pagare, eventualmente, anche di tasca nostra i costi che ne sarebbero derivati».
E l’unico riferimento al parente scomparso riguarda la ditta Ics. Ecco la trascrizione della registrazione riportata nella nota: «Sarebbe la ex società di mio cugino… che ci becchiamo dentro un problema gigantesco»; per il fatto, si spiega, «che la partecipazione della società Salc (ex Ics) avrebbe rappresentato problemi di conflitti di interessi per la presenza di amministratori e soci della Salc nell'azionariato di Salini Costruttori». E comunque la conversazione è avvenuta «a valle dei processi di selezione e di affidamento che erano già avvenuti» e di cui Salini «era evidentemente all’oscuro, come risulta per tabulas dalle intercettazioni».