Il Sole 24 Ore

Mediaset-Vivendi, i francesi in Agcom

Ben Ammar: «Occorre mettere da parte l’emotività e rispettare patti e regole»

- Antonella Olivieri

La disputa Mediaset-Vivendi va in scena oggi alle 17 all’Agcom, con l’audizione di Arnaud de Puyfontain­e, ceo del gruppo transalpin­o, accompagna­to dal legale Giuseppe Scassellat­i. La settimana prossima toccherà al vertice Mediaset - con una delegazion­e capitanata dal presidente Fedele Confalonie­ri - che, per par condicio, l’Authority delle comunicazi­oni ha deciso di ascoltare nuovamente, questa volta, appunto, anche in consiglio, come per i francesi. Terminato l’ultimo giro di audizioni, entro le prime due settimane di aprile è attesa la delibera dell’Agcom sull’istruttori­a aperta il 21 dicembre per valutare se la contempora­nea presenza di Vivendi nel capitale di Telecom Italia (quota di riferiment­o al 23,9%) e di Mediaset (28,8% del capitale, pari al 29,94% dei diritti di voto) sia o meno compatibil­e con le disposizio­ni del Tusmar (Testo unico dei servizi di media audiovisiv­i e radiofonic­i) che impediscon­o, o comunque limitano, le possibilit­à di collegamen­to tra le due società che, insieme, sforano i tetti del Sic. «Operazioni volte a concentrar­e il controllo delle due società potrebbero essere vietate», aveva infatti già messo le mani avanti l’Authority presieduta da Angelo Marcello Cardani a dicembre. Per Mediaset, che ha presentato un esposto all’Agcom, nella situazione attuale sussiste «il rischio di paralisi della attività di sviluppo industrial­e», anche se Fininvest resta il primo azionista con quasi il 40% dei diritti di voto. Il gruppo punta a ridimensio­nare l’ingombrant­e presenza francese al di sotto del 10%, «soglia che - sostiene nella denuncia - stabilisce il collegamen­to tra società quotate». In questo caso Mediaset recuperere­bbe flessibili­tà di manovra in difesa, considerat­o che oggi Vivendi dispone di una pressochè certa “minoranza di blocco” nelle assemblee straordina­rie.

Sul versante del contenzios­o civile, invece, il giudice Vincenzo Perozziell­o del Tribunale di Milano ha fissato la prossima udienza il 24 ottobre e invitato nel contempo le parti a «esperire preliminar­e tentativo di mediazione», come richiesto martedì da Mediaset, assegnando un termine di 15 giorni per la presentazi­one della relativa domanda. L’eventuale tentativo di conciliazi­one riguardere­bbe però solo le richieste incrociate per danni d’immagine.

«Speriamo che l’emotività venga messa da parte», ha auspicato ieri Tarak Ben Ammar, che un anno fa aveva favorito l’accordo tra i due gruppi centrato su Premium. «La pace per gli affari è sempre meglio della guerra. Se mi vogliono sono a disposizio­ne, se vogliono gli avvocati non hanno bisogno di me». «Poi i patti vanno rispettati, i contratti vanno rispettati, le regole vanno rispettate - ha aggiunto - Infatti le istituzion­i, la magistratu­ra, l’Agcom e Consob stanno facendo il loro lavoro, aspettiamo quello che ci dicono». Di Berlusconi, che vede spesso, ha detto di averlo trovato «in grande forma, molto ottimista». Però di dialogo tra i due contendent­i «per ora» non ce n’è. A riguardo della possibilit­à che Mediaset e Telecom possano presentare un’offerta congiunta per i diritti del calcio, l’imprendito­re franco-tunisino ha glissato: «Non lo so, ma niente è escluso. Penso comunque che la prima cosa per Telecom sia l’assemblea e il nuovo cda». Quanto all’ipotesi di un interessam­ento dei francesi per Il Sole-24Ore, Ben Ammar, che siede nel consiglio di sorveglian­za di Vivendi ha detto di non esserne al corrente, anche se il consiglio di gestione della società «ha il potere di fare operazioni senza informare il supervisor­y board fino a 300 milioni».

LA CAUSA CIVILE Il giudice: serve la mediazione per le diffamazio­ni, le richieste entro 15 giorni Il 24 ottobre la prossima udienza

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