Quelle «ombre» sulla scalata Vivendi
La perizia di parte vede un uso anomalo di derivati e un ruolo dei broker esteri
Fu davvero una scalata lampo,un blitz velocissimo che in sole tre sedute, tra il 12 e il 14 dicembre, consentì a Vivendi di passare dal 3 a più del 20% del capitale di Mediaset? O fu un’azione preparata a lungo, mesi prima, con l’aiuto di massicci investimenti in derivati in grado di deprimere il titolo e con la compiacenza di broker stranieri? È la tesi della difesa Fininvest nella contesa giudiziaria che vede indagati Vincent Bollorè e De Puyfontaine dalla Procura di Milano che dovrà verificare eventuali illeciti del colosso francese. Un arco nella freccia della difesa si è aggiunto a sorpresa pochi giorni fa. Come anticitpato da Il Sole24Ore, Vivendi è stata costretta a rettificare, un mese dopo la prima comunicazione, i movimenti dei suoi acquisti su Mediaset, rivelando spostamenti rilevanti di volumi pari a ben il 2,73% del capitale attribuiti un mese fa ad acquisti esteri quando in realtà erano avvenuti sul mercato taliano. Un grossolano errore solo formale come affermato da Vivendi o un buco nero inquietante per quella che appariva una scalata ineccepibile?
pPer gli avvocati di Fininvest è un fatto grave segnalato a Consob e Procura. Ma la controffensiva legale è assai più corposa. Dai documenti consultati da Il Sole24Ore emerge un quadro indiziario che vede, in un uso massiccio di derivati fin dall’estate scorsa, la chiave per scardinare il forziere Mediaset senza essere “visti” dal mercato. La ricognizione tecnica vede forti anomalie sul mercato delle opzioni su Mediaset. In particolare ci sarebbero picchi di opzioni put (al ribasso) in date sospette. Il 29 giugno, l’11 luglio, il 13 luglio, il 19 luglio e il 21 luglio qualcuno scommette pesantemente con delle put sul ribasso di Mediaset. La rottura del- l’accordo su Premium e sullo scambio azionario matura però solo il 25 luglio e si formalizza il 28 luglio. Chi e perchè fece incetta di derivati ribassisti quando la notizia era di là da venire? Ma c’è un picco significativo anche il 30 novembre, pochi giorni prima dell’avvio “ufficiale” della scalata. Per i consulenti di parte è ragionevole pensare che il picco del 30 novemebre sia stato generato dalla chiusura delle posizioni aperte nell’estate. Anche qui la tempistica sarebbe sospetta secondo la relazione. Perchè nulla lasciava presagire di un’inversione del trend ribassista. Solo chi aveva contezza della decisione, prima di rompere il contratto a fine luglio da parte di Vivendi, poi di effettuare il blitz su Mediaset il 12 dicembre poteva agire con questa ratio. Almeno questo è il sospetto che accampano i consulenti Fininvest. Chiunque fosse (e saranno Procura e Consob a dover dipanare la matassa) ha ottenuto grandi benefici. Con i derivati al ribasso chi aveva azioni Mediaset si è protetto dal lungo ribasso patito dal titolo a partire dalla rottura con Vivendi. Chi voleva speculare avrebbe ottenuto un guadagno fino a 1,6 euro per opzione lucrando sul deprezzamento del sottostante. Una scommessa vincente. Non solo anche le modalità di movimentazione delle azioni pongono qualche interrogativo. Vivendi (prima della rettifica a Consob) ottiene dall’estero, nella seduta del 13 di- cembre quella clou della scalata, 4 volte i volumi scambiati sull’Italia a meno del prezzo medio sul mercato nazionale. Nulla di illecito fare acquisti da intermediari esteri ovviamente, ma la difesa chiede di verificare se ci siano stati accordi preventivi con broker stranieri affinchè acquistassero titoli per conto di Vivendi. Un portage insomma. Il broker straniero compra titoli Mediaset ma in realtà lo fa per conto del colosso francese dietro precisi accordi. Ecco perchè negli esposti presentati agli inquirenti i legali chiedono di verificare eventuali incongruenza sui book degli intermediari stranieri per capire se ci siano state anomalie di qualche tipo. A quanto risulta a Il Sole24Ore, Consob avrebbe già in- terpellato le autorità francesi a proposito dell’operatività su Mediaset di due grandi broker transalpini tra cui Natixis. Resta un altro fronte controverso da chiarire. Vivendi comunica di aver superato il 3% di Mediaset il 12 dicenbre. Ma chissà come, dal 2 dicembre partono acquisti anomali e metodici, rispetto alla media storica, sul titolo che inanellano solo sul mercato italiano l’1% del capitale per sei sedute consecutive.Gira il 6% solo sul mercato domestico. Non può essere Vivendi perchè altrimenti la soglia del 3% sarebbe superata ben prima del 12 dicembre. Chi sarà stato dato il tempismo perfetto? Non è un caso che la difesa Finivest chieda di verificare acquisti sotto soglia (per evitare le comunicazioni al mercato) magari ceduti a Vivendi in quei giorni di quel blitz che si ammanta di mistero.