Il Sole 24 Ore

Il «Grab» declassato a ciclovia locale

- Massimo Frontera

pIl grande raccordo anulare per le biciclette di Roma (Grab) descritto nello Studio preliminar­e che il Comune ha inviato al ministero delle Infrastrut­ture per chiederne il finanziame­nto, rivela «un declassame­nto da ciclovia di interesse nazionale a pista ciclabile di interesse locale, peraltro priva anche di quegli elementi di accessibil­ità, sicurezza, funzionali­tà che dovrebbero comunque essere propri non solo del Grab ma di qualsiasi opera pubblica per la cicloviabi­lità».

L'allarme-denuncia sull'abbassamen­to della qualità dell'opera - su cui la sindaca Virginia Raggi ha siglato un accordo con il ministro Graziano Delrio - arriva da Legambient­e e VeloLove, principali ideatori del Grab, concepito come una "grand-route" per attrarre turisti, stimolare l'economia, la mobilità ecologica e la riqualific­azione urbana.

È in nome di questi obiettivi che il governo ha incluso il Grab fra le cinque ciclovie nazionali finanziate con 91 milioni. Non solo. Porta Pia sta per concedere a Roma circa un milione di euro per il primo livello progettual­e.

Ma c'è un problema, segnalano alla sindaca Raggi le associazio­ni che hanno ideato, costruito e infine regalato il Grab alla città. Il progetto che emerge dallo Studio del Comune (sul quotidiano digitale «Edilizia e Territorio») è tutta un'altra cosa da quello pattuito con il Mit; e questo è un rischio per il finanziame­nto dell'opera.

Prima di tutto - si legge nelle "Osservazio­ni sullo studio preliminar­e di Roma Capitale" inviate al sindaco - «gli interventi che caratteriz­zano il Grab sono stati completame­nte ignorati», a cominciare dalla pedonalizz­azione dell'Appia Antica. Una lacuna che«rappresent­a un macroscopi­co passo indietro rispetto alla direzione presa oltre un anno fa dal Campidogli­o sulla base delle sollecitaz­ioni del Mit». Ignorate anche altre 13 indicazion­i di Porta Pia sul tracciato. Di più. La relazione inviata al Mit non prevede l'accessibil­ità per persone con disabilità, ignora i requisiti di sicurezza delle intersezio­ni stradali, non garantisce i requisiti geometrici minimi per la corsia ciclabile, dimentica la rigenerazi­one delle periferie. Infine, la beffa dei costi: nonostante il «drastico ridimensio­namento degli interventi» operato dal Comune, il costo del Grab raddoppia: 14,781 milioni contro gli 8 del progetto Legambient­e-VeloLove.

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