Il «Grab» declassato a ciclovia locale
pIl grande raccordo anulare per le biciclette di Roma (Grab) descritto nello Studio preliminare che il Comune ha inviato al ministero delle Infrastrutture per chiederne il finanziamento, rivela «un declassamento da ciclovia di interesse nazionale a pista ciclabile di interesse locale, peraltro priva anche di quegli elementi di accessibilità, sicurezza, funzionalità che dovrebbero comunque essere propri non solo del Grab ma di qualsiasi opera pubblica per la cicloviabilità».
L'allarme-denuncia sull'abbassamento della qualità dell'opera - su cui la sindaca Virginia Raggi ha siglato un accordo con il ministro Graziano Delrio - arriva da Legambiente e VeloLove, principali ideatori del Grab, concepito come una "grand-route" per attrarre turisti, stimolare l'economia, la mobilità ecologica e la riqualificazione urbana.
È in nome di questi obiettivi che il governo ha incluso il Grab fra le cinque ciclovie nazionali finanziate con 91 milioni. Non solo. Porta Pia sta per concedere a Roma circa un milione di euro per il primo livello progettuale.
Ma c'è un problema, segnalano alla sindaca Raggi le associazioni che hanno ideato, costruito e infine regalato il Grab alla città. Il progetto che emerge dallo Studio del Comune (sul quotidiano digitale «Edilizia e Territorio») è tutta un'altra cosa da quello pattuito con il Mit; e questo è un rischio per il finanziamento dell'opera.
Prima di tutto - si legge nelle "Osservazioni sullo studio preliminare di Roma Capitale" inviate al sindaco - «gli interventi che caratterizzano il Grab sono stati completamente ignorati», a cominciare dalla pedonalizzazione dell'Appia Antica. Una lacuna che«rappresenta un macroscopico passo indietro rispetto alla direzione presa oltre un anno fa dal Campidoglio sulla base delle sollecitazioni del Mit». Ignorate anche altre 13 indicazioni di Porta Pia sul tracciato. Di più. La relazione inviata al Mit non prevede l'accessibilità per persone con disabilità, ignora i requisiti di sicurezza delle intersezioni stradali, non garantisce i requisiti geometrici minimi per la corsia ciclabile, dimentica la rigenerazione delle periferie. Infine, la beffa dei costi: nonostante il «drastico ridimensionamento degli interventi» operato dal Comune, il costo del Grab raddoppia: 14,781 milioni contro gli 8 del progetto Legambiente-VeloLove.