Balzo dell’energia, listini industriali più caldi a gennaio
Così come per i prezzi al consumo, anche nei listini dei prodotti industriali è l’energia ad innescare rialzi consistenti, spingendo i valori di gennaio a crescere del 2,5% su base annua, di un punto rispetto al mese precedente. Rialzo tendenziale più marcato (+2,8%) sul mercato interno, dove al netto dell’energia i valori sono decisamente più contenuti, con variazioni oscillanti tra lo 0,6% e l’1,6% per beni di consumo, strumentali e intermedi. Determinante, come detto, il balzo dell’energia, che spiega quasi l’80% della crescita annua dei prezzi sul mercato interno. Dopo quattro anni consecutivi in frenata, con valori medi tornati ai livelli del 2010, l’indice globale dei prezzi alla produzione torna così ai massimi da luglio 2015. Su base annua, ma anche nel confronto congiunturale, gennaio rappresenta il secondo rialzo consecutivo, in decisa accelerazione rispetto ai valori di dicembre (+0,9 in termini tendenziali). Tra i singoli settori analizzati dall’Istat spicca la raffinazione del greggio, con listini aumentati su base annua del 25,7%. Altrove (ad eccezione della metallurgia, legata a doppio filo ai costi dell’energia) le crescite sono decisamente più contenute, nell’ordine del punto percentuale, con più di un settore (tessile-abbigliamento, mezzi di trasporto, legno, farmaceutica, gomma-plastica) a restare ancora in deflazione. Il progressivo surriscaldamento dei listini alla produzione si è comunque già riverberato a valle, sui prezzi al consumo, con un tasso di inflazione stimato dall’Istat all’1,5% a febbraio, mezzo punto in più rispetto alle rilevazioni di gennaio. Crescita anche in questo caso legata soprattutto all’energia (oltre che alla corsa di frutta e verdura)mentre le componenti di fondo meno volatili restano sostanzialmente stabili. Le aspettative per i prossimi mesi - segnala l’Istat nella nota mensile di aggiornamento sull’economia italiana non evidenziano pressioni al rialzo dei prezzi, mentre rimane limitato e stabile il numero di imprese produttrici di beni per il consumo finale che segnala un possibile rialzo dei prezzi. Tra i consumatori, inoltre, si ridimensiona la quota di chi prevede rincari significativi dei prezzi. L’impennata di inizio 2017 non è comunque limitata all’Italia, con prezzi alla produzione in crescita decisa ovunque in Europa. Su base annua nell’area euro sul mercato interno il progresso dei listini a gennaio è del 3,5%. Numerosi paesi, tra cui Regno Unito (+10%), Spagna(+7,6%) e Francia (+3,3%) presentano sul mercato interno rialzi superiori rispetto a noi.