M5S: ai deputati pensioni uguali a quelle dei cittadini
Èsulla battaglia contro i privilegi della casta che il M5S ha costruito la sua fortuna. Ed è su quei «retaggi feudali» che torna a battere ora: quale migliore “cavallo” se non quello dei vitalizi dei parlamentari, dal momento che il 15 settembre chi è alla prima legislatura maturerà il diritto all’assegno? Quattro anni, sei mesi e un giorno: sono questi i tempi che assicureranno la pensione a 608 deputati e senatori, da incassare dopo i 65 anni. Il «partito dei vitalizi», lo ha ribattezzato chi insinua che dietro la scelta di non andare subito al voto ci sia questo “dettaglio”. Eccola, allora, la sfida dei grillini: non un disegno di legge, che si aggiungerebbe ai cinque già depositati a Montecitorio (tra cui quello del dem Matteo Richetti) e mai decollati, ma una proposta di delibera dell’Ufficio di presidenza delle due Camere per armonizzare il regime previdenziale dei parlamentari con quello degli altri lavoratori, dunque con le riforme Dini e Fornero. Come? Stabilendo che maturino il diritto alla pensione secondo le regole del fondo previdenziale a cui erano iscritti prima di essere eletti. «Una delibera a prova di melina», ha spiegato Luigi Di Maio. Che ha sfidato il Pd: «La voti. Altrimenti a settembre sarà l’armageddon dei partiti». Ma il Pd non ci sta. «È un copia e incolla della proposta Richetti», attacca Alessia Morani. E il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti (Civici e Innovatori), stronca il provvedimento: «È il solito pastrocchio populista, sbagliato tecnicamente e ingiusto, perché interviene solo per il futuro».