Ferragamo, linee scattanti Da Marni prova psichedelica
Moda in fase «big bang»: sfilate di contrasti e frizioni per rispondere al clima di incertezza
a In conclusione della fashion week milanese, il messaggio, nella varietà frammentata delle proposte, è chiaro: al caos che imperversa nel mondo la moda risponde con altrettanto caos. Contrasti, frizioni, clash, personalità multiple: sono queste le parole chiave di una stagione di diffusa incertezza, creativa ed esistenziale. L’identità della moda italiana è in divenire, ma siamo ancora impigliati nella fase magmatica. Il big bang è in essere: avviene mentre ci stiamo dentro, e bisogna tenersi forte per attendere le future evoluzioni.
Da l’arrivo del nuovo direttore creativo, il capace Francesco Risso, si traduce in un
Marni
messaggio di pura, ipnotica psichedelia, che affascina e impensierisce allo stesso tempo. In passerella, accompagnato da un montaggio sonoro dal tono onirico e angoscioso, si materializza un caleidoscopio di proposte e di personaggi, tutte e tutti squinternati e sbalestrati - aggettivi che sono constatazione, non giudizio di valore. Unico filo conduttore, nell’atmosfera da trip lisergico, il sex appeal dell’inorganico e del sintetico, per citare Perniola: tessuti dalla mano cartacea, jacquard plasticosi, pellicce arruffate, pellicce sintetiche come manti di porcospino, alpaca che sembra pelouche. Le forme sono invece dritte, crude, occasionalmente attraversate e riconfigurate da coulisse. Un nuovo inizio è per forza di cose un momento di sospensione e indagine. Risso ha talento e gusto per il decoro e la materia, ma mette in campo troppe idee mentre ignora un tratto saliente dell’identità Marni: il dialogo astratto tra abito e corpo, sempre cerebrale, generoso e inclusivo. Adesso, invece, il corpo è fasciato, costretto, oppure protetto da forme a uovo che avrebbero anche potuto essere più estreme. L’esordio, a conti fatti, è una intro che abbisogna di aggiustamenti. Risso ne sarà capace - il suo valore è evidente. Uccidere, sim- bolicamente, la memoria di Miuccia Prada, suo precedente datore di lavoro, gli gioverebbe parecchio.
La psichedelia di ha altre orgini e riferimenti: crudi, est berlinesi, underground e volutamente dissonanti. Il giovane designer viennese è un paladino dell’antigrazioso. La sua moda più respinge e più intriga, anche se richiede un certo sforzo per apparir desiderabile. Il clash, per è l’occasione per un incontro massimalista di stili e culture all’insegna del più alto artigianato italiano. Da il mix onnicomprensivo è legge, mentre il pop di ritrova immediatezza nell’ispirazione Twin Peaks. Massimo Giorgetti, fondatore e anima del marchio, mette da parte le tentazioni concettuali, e la franchezza gli giova, perchè riconoscersi come un fornitore di puro prodotto non è un male. Da invece, Lorenzo Serafini gioca con un classico: lo scontro tra brava e cattiva ragazza, tra romanticismo e “mod”. L’equilibrio funziona, ma non è di una originalità trascinante.
Al caos che avanza, una fazione consistente oppone invece purismi minimal. Da
Fulvio Rigoni, direttore creati-
Au Jour Le Jour
re Ferragamo,
Arthur Arbesser
Philosophy,
Stella Jean,
Msgm
Salvato-
vo della collezione donna, continua la ricerca di una precisa identità femminile per la storica maison. La prova ha una morbidezza superiore alla precedente, ma non ancora del tutto rotonda. Rigoni lavora su una ispirazione anni Quaranta - vite segnate, gonne longuette, spalle arrotondate - ma evita tentazioni didascaliche. La silhouette è lunga e scattante, i tagli donano. La direzione è convincente ma va forse riscaldato il tono, e aggiunta la giocosità sperimentale che fu di Salvatore.
Da il cashmere color latte e le forme avvolgenti sono un classico intramontabile che rassicura, mentre la nonchalance borghese di è facile e immediata. Sono radicali nella scelta del più asciutto anti-decorativismo ai quali sottrarre fa un gran bene. La costruzione dei capi, come sempre, è impeccabile. Il lusso lirico di è un’armonia di forme geometriche e materie preziose che esalta la gentilezza femminile. in fine, mescola rigore e romanticismo con verve sperimentale e grazia. Torna a sfilare, ed è una interessante aggiunta al fermentante panorama milanese.
Laura Biagiotti
Trussardi
Giada
Aquilano.Rimondi,
Albino Teodoro,