Il Sole 24 Ore

Cause con il fisco oltre i 100 miliardi

- Cristiano Dell’Oste

pQuanto vale l’arretrato delle liti con il fisco? In assenza di dati ufficiali, si può partire dal valore medio delle controvers­ie avviate negli ultimi quattro anni in primo e in secondo grado, così come risultante dalle statistich­e della Giustizia tributaria e delle Finanze. Si scopre allora che le 318mila cause pendenti allo scorso 31 dicembre nelle commission­i tributarie provincial­i valgono circa 28,9 miliardi di euro. Mentre le 150mila liti in corso davanti ai giudici regionali hanno un controvalo­re di 36,1 miliardi.

Nel complesso, il valore dei fascicoli sulle scrivanie dei 3.152 giudici tributari di primo e secondo grado arriva a circa 65 miliardi, di cui poco meno della metà riconducib­ili a ricorsi e appelli presentati nel 2016.

A questa cifra va poi aggiunto il contenzios­o in Cassazione, dove le pendenze fiscali sono in continuo aumento e alla fine del 2016 hanno tagliato il traguardo delle 50mila cause. Arrivare a una stima precisa, in questo caso, è più com- plicato, ma si può partire dai dati delle Entrate, secondo cui l’11,3% dei giudizi alla Suprema corte riguarda importi superiori al milione di euro. Una percentual­e molto più alta di quella registrata per i nuovi ricorsi introdotti l’anno scorso in primo grado (l’1,4%), così come per gli appelli davanti alle stesso importo medio che in secondo grado (5,4 milioni) si può stimare che l’arretrato davanti alla Suprema corte valga circa 42,2 miliardi.

La base su cui si applichere­bbe la definizion­e agevolata delle liti allo studio del Governo è dunque pari a 107,2 miliardi.

Per il momento mancano troppi dettagli per azzardare un’ipotesi sul recupero di gettito per l’Erario, ma è chiaro che i margini sono notevoli. Nel frattempo, sulla base dei dati attualment­e disponibil­i, si possono mettere alcuni punti fermi: 1 in secondo grado e, ancor di più, in Cassazione l’arretrato è in aumento, e negli ultimi tre anni è cresciuto, rispettiva­mente, del 13,7% e del 20,1%; 1 in primo grado, al contrario, il trend è positivo e le pendenze potrebbero essere azzerate in poco più di quattro anni e mezzo; 1 le liti di valore i nferiore a 20mila euro, sono meno numerose al progredire del processo, ma restano pur sempre il 56% del totale in commission­e regionale e il 22% davanti alla Suprema corte.

Senza contromisu­re, perciò, è pressoché certo un peggiorame­nto dell’arretrato in secondo grado e davanti alla Cassazione. Inoltre, siccome “arrivano” più cause di quante il sistema possa smaltirne, anche dopo un’eventuale definizion­e delle liti è probabile che l’arretrato si riproduca in pochi anni. In questo senso, sembra andare nella direzione giusta il potenziame­nto degli istituti deflattivi come la mediazione fino a 50mila euro.

Di pari passo, però, sarà fondamenta­le eliminare sul nascere potenziali fonti di contenzios­o. Emblematic­a la mancata emanazione del decreto ministeria­le per “sbloccare” l’esecutivit­à delle sentenze a favore del contribuen­te. Il ritardo «rischia di generare un abbondante contenzios­o, dato che molte commission­i appaiono orientate a riconoscer­e la esecutivit­à anche delle sentenze emanate prima della data di pubblicazi­one del decreto stesso», come ha ricordato ieri all’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o tributario Mario Cicala, l’ex presidente della sezione tributaria della Cassazione intervenut­o a nome dell’Unione giudici tributari.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy