Rilievi da accogliere, non è più tempo di altri rinvii
Regole alla mano, la bocciatura decisa dai revisori dei conti per il preventivo del Campidoglio non è definitiva. La giunta, spiega l’articolo 239 del testo unico degli enti locali, può anche decidere di non accogliere le obiezioni dei controllori, a patto che sia in grado di «motivare adeguatamente» questa scelta. E qui arrivano i problemi.
A leggere il referto dei professionisti, per rispettare il pareggio di bilancio nel 2017 al Campidoglio servono due miracoli. Bisogna far impennare le entrate, tra l’altro spesso una tantum, anche con una lotta all’evasione di cui non si intravede lo «specifico e adeguato programma di recupero» più volte invocato senza successo dai revisori. E nelle uscite bisogna evitare sorprese dalle tante pentole in ebollizione rappresentate dai debiti fuori bilancio, dalla pioggia di ricorsi che pendono sul Campidoglio e dalle garanzie rilasciate negli anni scorsi nell’operazione sui «punti verde qualità», vera e propria summa di come non si devono gestire i soldi di una comunità. Proprio quest’ultima operazione, nata nel lontano 1995 per creare centri sportivi e ricreativi nelle periferie e trasformatasi di giunta in giunta in una generosa concessione di garanzie pubbliche senza controllo, mostra però che anche molte opposizioni, negli anni scorsi al governo della Capitale, non hanno esattamente le carte in regola per fare lezioni. Più della polemica politica, allora, sarà il caso di ascoltare le parole dei revisori, abbandonando l’idea di puntellare un bilancio con il fiato corto mentre strade, trasporti ed edifici pubblici della Capitale spiegano fin troppo chiaramente che il tempo dei rinvii è scaduto.