Privati e fondazioni uniti dalla condivisione
Senza i privati non si va avanti. Lo dice senza giri di parole Alexander Pereira, sovrintendente della Scala di Milano. «Il futuro delle fondazioni lirico-sinfoniche - spiega - sta nell’attivare una raccolta fondi presso imprese e cittadini. Altrimenti non si può sopravvivere». Pereira entra di petto nel tema che fa da filo conduttore agli Stati generali della cultura, svoltisi ieri a Roma.
Il “capo” del teatro milanese - unico ente, tra le 14 fondazioni lirico-sinfoniche, dotato di autonomia speciale, insieme al S. Cecilia di Roma - spiega che il bilancio della Scala è composto per 35 milioni di euro dagli introiti della vendita dei biglietti, per 40 milioni da contributi pubblici e per 45 milioni da aiuti privati. «Lo Stato non può finanziare tutta la cultura - afferma il sovrintendente di origini austriache - e per questo si deve cercare la solidarietà dei privati. Non si deve avere paura di trovare i soldi al di fuori del perimetro pubblico, perché questo non significa destabilizzare il teatro».
Il compito del sovrintendente di un teatro lirico, dunque, non è solo quello di farl0 funzionare al meglio, ma anche di mettersi per strada per cercare nuovi finanziamenti. «Il problema è la mia capacità di intercettare i privati pronti a far mecenatismo - ha aggiunto Pereira – che nel mondo ci sono e sono numerosi. Questo mi permette di scegliere: non devo per forza accettare i soldi di un costruttore di cannoni».
Secondo Pereira un aiuto significativo è arrivato dall’Art Bonus, «che ha creato eccellenti opportunità. S’è trattato di un’idea ottima».
Considerazioni analoghe le ha svolte Michele dell’Ongaro, so- vrintendente dell’Accademia romana di S. Cecilia, che ha annunciato l’accordo raggiunto con il direttore musicale Antonio Pappano, che resterà a Roma fino al 2021. Per dell’Ongaro «l’Art Bonus è uno strumento prezioso, te- nuto conto che il nostro bilancio è per metà fatto di contributi pubblici e per l’altra metà di fondi privati. Un equilibrio delicato, che riusciamo a preservare condividendo i progetti con gli sponsor e gli abbonati».
La condivisione è la chiave del nuovo rapporto tra istituzioni culturali e privati. Come ha sottolineato Carlo Fuortes, sovrintendente dell’Opera di Roma e commissario straordinario dell’Arena di Verona, «il finanziamento a fondo perduto effettuato dal mecenate è un’idea ormai vecchia. Le imprese vogliono essere parte del progetto, si concentrano su investimenti avveduti. E il settore dell’opera consente una condivisione di obiettivi. L’Arena di Verona, per esempio, registra una domanda straordinaria, soprattutto da parte dei giovani. In media abbiamo tra gli 8 e i 12mila spettatori, con incassi tra mezzo milione e 600mila euro a serata. E questo perché l’opera non risente minimamente della rivoluzione digitale, che invece ha colpito altri settori culturali».
Secondo Rosanna Purchia, sovrintendente del S. Carlo di Napoli, il teatro deve aprirsi al territorio, «in modo da far capire che è un bene di tutti». Al S. Carlo il 35% delle entrate sono proprie e «l’Art Bonus può aiutare se ha una prospettiva di lungo termine». Ma occorre maggiore coinvolgimento delle istituzioni e dei privati. Come nell’iniziativa che il teatro ha realizzato recuperando un edificio vicino al porto per portare la cultura anche nelle realtà più complicate. «Per ora si tratta - commenta Purchia - di un lavoro solitario».
Cristiano Chiarot, sovrintendente della Fenice di Venezia e presidente di Anfols, l’associazione nazionale fondazioni liricosinfoniche, si è concentrato sul Fus (Fondo unico per lo spettacolo), che in questi ultimi tempi è cresciuto e che ora viene assegnato sulla base di parametri e non più a pioggia. «Ma bisogna correggere i criteri - ha affermato Chiarot - perché, per esempio, tra gli eventi prodotti dal teatro non viene considerata l’attività didattica, che invece è produzione. Le 14 fondazioni producono 1.870 eventi; in realtà sono il triplo».
MICHELE DALL’ONGARO Il sovrintendente di Santa Cecilia: «Raggiunto l’accordo con Pappano. Con noi fino al 2021. Art Bonus strumento prezioso. La chiave è l’equilibrio»