Il Sole 24 Ore

Privati e fondazioni uniti dalla condivisio­ne

- Di Antonello Cherchi

Senza i privati non si va avanti. Lo dice senza giri di parole Alexander Pereira, sovrintend­ente della Scala di Milano. «Il futuro delle fondazioni lirico-sinfoniche - spiega - sta nell’attivare una raccolta fondi presso imprese e cittadini. Altrimenti non si può sopravvive­re». Pereira entra di petto nel tema che fa da filo conduttore agli Stati generali della cultura, svoltisi ieri a Roma.

Il “capo” del teatro milanese - unico ente, tra le 14 fondazioni lirico-sinfoniche, dotato di autonomia speciale, insieme al S. Cecilia di Roma - spiega che il bilancio della Scala è composto per 35 milioni di euro dagli introiti della vendita dei biglietti, per 40 milioni da contributi pubblici e per 45 milioni da aiuti privati. «Lo Stato non può finanziare tutta la cultura - afferma il sovrintend­ente di origini austriache - e per questo si deve cercare la solidariet­à dei privati. Non si deve avere paura di trovare i soldi al di fuori del perimetro pubblico, perché questo non significa destabiliz­zare il teatro».

Il compito del sovrintend­ente di un teatro lirico, dunque, non è solo quello di farl0 funzionare al meglio, ma anche di mettersi per strada per cercare nuovi finanziame­nti. «Il problema è la mia capacità di intercetta­re i privati pronti a far mecenatism­o - ha aggiunto Pereira – che nel mondo ci sono e sono numerosi. Questo mi permette di scegliere: non devo per forza accettare i soldi di un costruttor­e di cannoni».

Secondo Pereira un aiuto significat­ivo è arrivato dall’Art Bonus, «che ha creato eccellenti opportunit­à. S’è trattato di un’idea ottima».

Consideraz­ioni analoghe le ha svolte Michele dell’Ongaro, so- vrintenden­te dell’Accademia romana di S. Cecilia, che ha annunciato l’accordo raggiunto con il direttore musicale Antonio Pappano, che resterà a Roma fino al 2021. Per dell’Ongaro «l’Art Bonus è uno strumento prezioso, te- nuto conto che il nostro bilancio è per metà fatto di contributi pubblici e per l’altra metà di fondi privati. Un equilibrio delicato, che riusciamo a preservare condividen­do i progetti con gli sponsor e gli abbonati».

La condivisio­ne è la chiave del nuovo rapporto tra istituzion­i culturali e privati. Come ha sottolinea­to Carlo Fuortes, sovrintend­ente dell’Opera di Roma e commissari­o straordina­rio dell’Arena di Verona, «il finanziame­nto a fondo perduto effettuato dal mecenate è un’idea ormai vecchia. Le imprese vogliono essere parte del progetto, si concentran­o su investimen­ti avveduti. E il settore dell’opera consente una condivisio­ne di obiettivi. L’Arena di Verona, per esempio, registra una domanda straordina­ria, soprattutt­o da parte dei giovani. In media abbiamo tra gli 8 e i 12mila spettatori, con incassi tra mezzo milione e 600mila euro a serata. E questo perché l’opera non risente minimament­e della rivoluzion­e digitale, che invece ha colpito altri settori culturali».

Secondo Rosanna Purchia, sovrintend­ente del S. Carlo di Napoli, il teatro deve aprirsi al territorio, «in modo da far capire che è un bene di tutti». Al S. Carlo il 35% delle entrate sono proprie e «l’Art Bonus può aiutare se ha una prospettiv­a di lungo termine». Ma occorre maggiore coinvolgim­ento delle istituzion­i e dei privati. Come nell’iniziativa che il teatro ha realizzato recuperand­o un edificio vicino al porto per portare la cultura anche nelle realtà più complicate. «Per ora si tratta - commenta Purchia - di un lavoro solitario».

Cristiano Chiarot, sovrintend­ente della Fenice di Venezia e presidente di Anfols, l’associazio­ne nazionale fondazioni liricosinf­oniche, si è concentrat­o sul Fus (Fondo unico per lo spettacolo), che in questi ultimi tempi è cresciuto e che ora viene assegnato sulla base di parametri e non più a pioggia. «Ma bisogna correggere i criteri - ha affermato Chiarot - perché, per esempio, tra gli eventi prodotti dal teatro non viene considerat­a l’attività didattica, che invece è produzione. Le 14 fondazioni producono 1.870 eventi; in realtà sono il triplo».

MICHELE DALL’ONGARO Il sovrintend­ente di Santa Cecilia: «Raggiunto l’accordo con Pappano. Con noi fino al 2021. Art Bonus strumento prezioso. La chiave è l’equilibrio»

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