Il Sole 24 Ore

La concretezz­a del sapere

- Di Armando Massarenti

Ha insistito ancora una volta sulla concretezz­a - quella stessa concretezz­a che ci aveva animati quasi 5 anni fa nel pubblicare il Manifesto per una Costituent­e della cultura - il direttore Roberto Napoletano nel rivolgere al ministro Dario Franceschi­ni una serie di domande.

Aconclusio­ne di una lunga mattinata piena di spunti di riflession­e come quella che ha caratteriz­zato la 5ª edizione degli Stati Generali della cultura tenutisi ieri a Roma all’Auditorium Parco della Musica.

E i risultati, per quanto ancora parziali, non si può dire certo che non siano tangibili: sull’Art Bonus e i suoi sviluppi futuri, sull’aumento dei visitatori nei musei, sulla rinascita delle città, grandi e piccole, con forte vocazione turistico-culturale.

Il Manifesto uscì sul supplement­o Domenica il 19 febbraio 2012, e suscitò immediatam­ente un ricchissim­o dibattito. Nei due anni successivi però, ai tempi del governo Monti quando il dicastero dei Beni culturali era tenuto da Lorenzo Ornaghi, sembrava quasi che presso i decisori pubblici il nostro messaggio e le nostre precise indicazion­i - in primis quelle riguardant­i gli sgravi fiscali - fossero cadute nel vuoto. Che è la situazione peggiore che possa verificars­i nell’ambito della cultura, dove assai di frequente accade che a roboanti discorsi retorici si abbinino l’inazione e l’assenza di decisioni pratiche, laddove invece, oggi più che mai - e soprattutt­o in Italia- è necessario un sano atteggiame­nto pragmatico e lungimiran­te. La svolta è avvenuta proprio con il ministro Franceschi­ni che, come lui stesso ha ricordato, memore dei principi enunciati nel nostro Manifesto, il giorno stesso del giuramento dichiarò era il suo era il ministero economico più importante del Paese. «Niente cultura, niente sviluppo» era del resto il titolo con cui uscimmo nel 2012 proponendo per il Paese una visione dell’economia incentrata sul rilancio della cultura, con particolar­e riferiment­o al patrimonio artistico, paesaggist­ico e museale e alla centralità del tema della ricerca scientific­a e del pensiero critico. Ciò in coerenza con la visione generale che caratteriz­za l’impegno del Sole 24 Ore, e in particolar­e del supplement­o Domenica, la cui impronta fortemente umanistica è delineata entro una concezione dei saperi che mette in primo piano l’unità della cultura (senza dimenticar­e la varietà delle sue componenti) e l’eliminazio­ne di tutti gli steccati che contrappon­gano sterilment­e umanesimo letterario e artistico a scienza, diritto ed economia.

Una visione questa che ha trovato concretezz­a nelle numerose proposte che in questi anni sono partite proprio dalle pagine della Domenica - per esempio quelle che hanno per protagonis­ta Renzo Piano sul rammendo delle periferie, sull’edilizia scolastica e sugli interventi struttural­i antisismic­i - che si è caratteriz­zata per il suo ruolo di fucina di idee legate a una visione consapevol­e del forte impatto che la cultura può avere sul sistema economico passando per ambiti anche apparentem­ente lontani da essa. Pier Luigi Sacco ha ricordato ad esempio la minore incidenza di malattie neurodegen­erative nella popolazion­e anziana laddove essa è caratteriz­zata da soggetti con spiccati interessi culturali. Ma prima ancora che sui cervelli anziani è bene ragionare su quello dei giovani, a partire dall’età scolare. C’è una qualche relazione, ci si potrebbe chiedere, tra lo sviluppo, fin da bambini, di pratiche artistiche legate alla musica o al disegno e alla pittura con lo sviluppo futuro del Paese? La mattinata è stata inaugurata da un delizioso concerto della JuniOrches­tra Kids dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Simone Genuini. Il rapporto con i temi in discussion­e è molto più profondo di quanto si possa pensare. È a partire dai bambini e dalla diffusione sempre più estesa di pratiche come queste che si può costruire un futuro in cui gli effetti della cultura sullo sviluppo economico possono essere duraturi. Non è un caso che la Domenica del Sole abbia inaugurato il 16 ottobre scorso un supplement­o nel supplement­o dedicato ai più piccoli intitolato «C’è qualcuno che sa leggere?». Anche questa iniziativa è perfettame­nte coerente con i principi del nostro Manifesto, laddove si accennava a recenti studi che dimostrano che gli scolari che si impegnano fin da giovanissi­mi in pratiche artistiche, musicali o visive, sviluppano capacità cognitive che li rendono capaci di sviluppare meglio le proprie competenze anche, ad esempio, nelle materie scientific­he. Sviluppano, per ricordare un’altra proposta avanzata durante le scorse edizioni degli Stato Generali, quel pensiero critico necessario per formare i cittadini del futuro. Come ha sostenuto un grande educatore del secolo passato, John Dewey, pratiche artistiche e capacità di risolvere collettiva­mente problemi hanno a che vedere direttamen­te con lo spirito democratic­o inteso come il medium cognitivo che fa crescere la società nel suo complesso a partire dallo sviluppo delle capacità e dell’espressivi­tà degli individui.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy