Per i commercialisti europei un ruolo per la trasparenza
Una piccola ma significativa novità ha riguardato il mondo dei commercialisti europei.
Il 7 dicembre, in occasione del festeggiamento del proprio trentesimo anniversario, Fee, la Federazione dei commercialisti europei che unisce 50 organismi professionali di 37 Paesi, che rappresentano quasi 900.000 professionisti, ha deliberato di cambiare nome ed immagine divenendo «Accountancy Europe» .
Non si tratta di un cambiamento solo di facciata ma della presa d’atto di un processo che ha avuto inizio nel tempo.
Lo scopo è sempre lo stesso: utilizzare l’esperienza giornaliera dei professionisti contabili europei per fornire informazioni qualificate al dibattito politico europeo nelle aeree in cui la professione è più coinvolta, ovvero reporting e trasparenza, revisione, governo societario e sostenibilità, finanza e investimenti, fisco e, in generale, sugli argomenti che riguardano la professione.
La consapevolezza ormai diffusa è che commercialisti, revisori e consulenti operino attraverso organizzazioni variegate: associazioni e società professionali di ogni dimensione, nelle aziende piccole e grandi, nei governi, nelle organizzazioni non governative, nelle scuole e nelle università.
In parallelo, è ormai evidente che i destinatari dell’attività dei commercialisti sono cambiati.
Non si tratta più solo dei propri clienti, ma più in generale, del pubblico; la società civile vuole conoscere come i governi o le imprese conducono i propri affari.
È cambiata anche l’attenzione ai problemi della tassazione o ancora più precisamente della pianificazione fiscale.
Anche in Italia i casi Luxleaks, Panama papers e Bahama files hanno attirato un’attenzione generalizzata sull’abuso della pianificazione fiscale nei paesi europei attraverso l’utilizzo dei paradisi fiscali e società schermo.
Il coinvolgimento delle grandi società di consulenza/revisione nella pianificazione fiscale aggressiva ha portato verso una identificazione tra evasione fiscale e professionisti come agevolatori della stessa, con conseguente perdita di immagine, di fiducia, di credibilità.
Se poi caliamo tutto questo in un contesto della finanza pubblica particolarmente sotto stress , si capisce come il dato stimato di un 1000 miliardi di euro di perdite di gettito fiscale, ricostruito dalla Commissione Europea, è un macigno difficile da scalare.
Qual è la sfida più immediata? La Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica che scade il 16 febbraio 2017 per l’introduzione di effettivi disincentivi per i consulenti fiscali coinvolti in operazioni di pianificazione fiscale aggressiva.
È opinione di tutti i professionisti e di tutte le organizzazioni che li rappresentano che è il tempo di giocare un ruolo attivo se si vuole evitare una legislazione restrittiva e punitiva basata sulla mancanza di adeguate informazioni.
È il momento di iniziative politiche, nella consapevolezza che i risultati potranno non essere i primi della lista dei desideri.È il momento di dare un contenuto effettivo ai temi dell’etica professionale e di mettere mano con chiarezza ai temi della separazione dei ruoli tra incarichi di assurance e di consulenza.