Il Sole 24 Ore

Avvocati, cambio di passo sulla mediazione

Orlando: dal giudice se necessar io - L’ambasciato­re Usa: una via per gli investimen­ti

- Patrizia Maciocchi

pG li avvocati verificano la possibilit­à di allargare il raggio d’azione della mediazione obbligator­ia. E un’indicazion­e potrebbe arrivare dal prossimo congresso di Rimini. Il cambio di passo è annunciato da Francesca Sorbi, consiglier­a del Cnf, componente della Commission­e Adr, a margine del convegno sul tema che si è tenuto ieri a Villa Taverna a Roma nella residenza dell’ambasciato­re americano John Phillips. «La mediazione è ormai uno strumento irrinuncia­bile nella panoramica delle Adr - afferma Sorbi - . Stiamo raccoglien­do dati per capire i margini di applicabil­ità della mediazione obbligator­ia, ad esempio, ai servizi pubblici o alla materia contrattua­listica».

Apertura più che mai opportuna per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che vuole presto arrivare a una riforma organica della materia. A partire dalle indicazion­i che fornirà, probabilme­nte già a inizio ottobre la Commission­e Alpa. «Chiederemo alla Commission­e di verificare - dichiara Orlando - quando è davvero necessario l’intervento del giudice». Per il ministro la strada da seguire è la stessa percorsa per le separazion­i consensual­i. Che la mediazione sia la via per dare una risposta alla domanda di giustizia in tempi ragionevol­i lo dimostrano i numeri. «I dati raccolti dal ministero- dice Orlando - sono confortant­i, le iscrizioni di mediazioni sono cresciute ogni anno e dalle 60.810 del 2011 sono arrivate a 196.247 nel 2015. Il primo semestre del 2016 conferma volumi su valori allineati all’anno precedente». Se l’obiettivo è tagliare i tempi dei procedimen­ti, questo si raggiunge anche riducendo le pagine dei ricorsi delle sentenze. «Due commission­i stanno lavorando sulla sinteticit­à - spiega il ministro -. Il protocollo siglato tra la Cassazione e il Cnf sui criteri per redigere gli atti e le sentenze vogliamo che diventi una legge».

Convinto sostenitor­e della mediazione l’ambasciato­re-avvocato John Phillips: «All’inizio anche i legali americani vedevano la mediazione come una minaccia, ora hanno capito che anche se le controvers­ie durano meno i casi trattati sono di più ». Per Antonio Matonti, direttore degli affari legislativ­i di Confindust­ria, il funzioname­nto della giustizia continua a essere una delle determinan­ti di contesto che incidono, in negativo, sulla competitiv­ità delle imprese. Bisogna dunque proseguire nel percorso intrapreso con le riforme messe in atto in questi anni a partire dalla conferma dell’obbligator­ietà della mediazione. «Le imprese - sottolinea Matonti - dovrebbero applicare un approccio managerial­e anche alla gestione del contenzios­o: pianificaz­ione, gestione e controllo devono diventare parole chiave. Le più grandi possono senz’altro dare il buon esempio , ma un attore decisivo rimane l’avvocatura, che dovrebbe “cavalcare” la mediazione e gli altri strumenti Adr, assicurand­o qualità e corretto orientamen­to della clientela».

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