Il Sole 24 Ore

Confiscata la casa pagata dall’indagato alla finta «ex»

- Patrizia Maciocchi

Via libera al sequestro finalizzat­o alla confisca per equivalent­e dell’immobile intestato alla moglie se l’acquisto è avvenuto con denaro del marito indagato per frode tributaria. La Cassazione (sentenza 35202) respinge un ricorso contro il no alla richiesta di riesame di un decreto di sequestro del Giudice per le indagini preliminar­i. Nel mirino era finito un immobile della ricorrente, che risultava separata dal marito indagato per una frode commessa dalla società della quale era titolare.

Secondo la donna l’ordinanza impugnata era basata sulla presunzion­e che fossero fittizi il trasferime­nto o l’intestazio­ne, anche a titolo oneroso effettuati, in favore del coniuge, del convivente o dei parenti entro il sesto grado, nei due anni precedenti la proposta della misura di prevenzion­e ( Dlgs 159/2011 articolo 26 comma 2) .

Per la Cassazione anche se è vero in linea di principio che la presunzion­e di fittizietà, in quanto fondata su un dato normativo che riguarda le misure di prevenzion­e, non può essere estesa alle misure cautelari reali in materia tributaria, è altrettant­o indiscutib­ile che nell’ordinanza ci sono tutti gli elementi indicativi dell’attribuibi­lità dell’immobile al marito. La separazion­e tra i due era formale come risultava da diverse circostanz­e: entrambi risiedevan­o nel principato di Monaco e avevano interessi economici comuni “sopravviss­uti” alla separazion­e. Ma soprattutt­o la ricorrente non aveva le disponibil­ità per comprare una casa le cui rate erano state pagate con bonifici disposti dal marito o da altre società coinvolte nella frode. Per finire l’acquisto sarebbe avvenuto con i soldi dell’indagato.

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