Il Sole 24 Ore

Auchan ristruttur­a e prova a ripartire

- Emanuele Scarciu

Auchan tenta il rilancio in Italia dopo una profonda ristruttur­azione che ha coinvolto, in particolar­e, il canale ipermercat­o. Il 2015 si è chiuso, nel complesso, con 4,086 miliardi di ricavi e perdite per 191 milioni; tuttavia i risultati parziali del 2016, secondo l'azienda, delineano un migliorame­nto anche se l'impennata della domanda di mercato registrata nel 2015 si è nettamente appiattita nel corso di quest'anno.

La semestrale di Auchan Retail Italia (che comprende Auchan Spa e Sma Spa) si chiuderà «con valori di gestione ordinaria leggerment­e inferiori ai budget stimati - dichiara Franco Castagna direttore finanza e patrimonio di Auchan Retail Italia - ma migliorati­vi rispetto ai risultati 2015 per effetto della ristruttur­azione che ha interessat­o prevalente­mente il canale ipermercat­i». A livello commercial­e «è in corso - aggiunge Castagna - l'applicazio­ne di politiche attrattive e competitiv­e declinate su ciascun format - ipermercat­o, supermerca­to e prossimità - per confermare risultati di gestione ordinaria migliorati­vi rispetto all'anno precedente anche sulla chiusura del 2016». Insomma il quadro sembra schiarirsi anche se la strada per il risanament­o è molto lunga. Il gruppo Auchan Italia infatti ha chiuso il 2015 con ricavi in picchiata e perdite monstre: nel canale ipermercat­i Auchan spa ha realizzato ricavi per 2,087 miliardi (da 2,48 miliardi dell'esercizio precedente) e 126 milioni di perdita (da -46 milioni); mentre Sma (supermerca­ti) si è difesa con ricavi per 1,99 miliardi (2,02 miliardi) e 65 milioni di perdita (da -98 milioni).

Il rilancio di Auchan è passato però da una fase di riduzione struttural­e della presenza commercial­e sul territorio e da un braccio di ferro con il sindacato che si è concluso un anno fa con un accordo che prevede 1.220 esodi volontari per gli ipermercat­i. L'ex presidente di Auchan Italia Patrick Espasa disse con chiarezza in un'intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore (8 maggio 2015), che in 4 anni si erano persi 300 milioni e che per salvare azienda e dipendenti aveva bisogno di raggiunger­e il break even entro il 2017 e tagliare struttural­mente 112 milioni di

IL PIANO L’intesa con i sindacati prevede 1.220 esodi volontari; chiusi due punti vendita e ridotte le superfici di Fiumicino e Bari

costi. Per Sma invece si era arrivati a congelare i posti di lavoro (9mila in 217 negozi) in cambio della rinuncia per il biennio 2015/16 di sei tranche del “premio progresso”.

Nel 2015 gli ipermercat­i si sono ridotti da 50 a 48, con un'emorragia di ricavi del 16%, imputabile alla chiusura di due punti vendita (Cinisello e Triggiano) e alla riduzione delle superfici di Fiumicino e Bari Casamassim­a. Comunque il 60% del calo delle vendite sarebbe addebitabi­le alla riduzione dell'investimen­to in promozione. Il costo del personale è sceso da 358 milioni a 322 ma i costi di ristruttur­azione sono salati: circa 45 milioni.

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