Il Sole 24 Ore

Dirotta aereo egiziano a Cipro, poi si arrende

- R.Es.

Un uomo con finta cintura esplosiva ha dirottato un aereo egiziano a Cipro, prendendo in ostaggio alcuni passeggeri, poi liberati. Le autorità: è il gesto di uno squilibrat­o, non è terrorismo.

p «È finita. Il dirottator­e è stato arrestato». È stato un tweet del ministero degli Esteri cipriota a mettere fine al dirottamen­to di un Airbus egiziano che ieri, almeno nelle prime fasi, ha fatto temere un nuovo attacco del terrorismo internazio­nale. Poco prima, le immagini televisive avevano mostrato l’uscita dall’aereo EgyptAir delle ultime persone a bordo, compreso il dirottator­e, sceso dalla scaletta con le mani alzate. «Non parliamo di terrorismo, ma di un’azione individual­e di una persona mentalment­e i nstabile», ha detto poi il ministro degli Esteri cipriota, Alexandros Zenon, fugando definitiva­mente ogni dubbio sui timori di un atto terroristi­co.

A compiere il gesto è stato il 59enne Seif Eldin Mustafa, per ragioni ancora da chiarire. Ieri mattina, poco dopo il decollo da Alessandri­a dell’Airbus 320 diretto al Cairo, l’uomo - che indossava una cintura esplosiva rivelatasi poi falsa - ha costretto il pilota a dirigersi verso l’aeroporto internazio­nale di Larnaca, a Cipro. A bordo c’erano 63 passeggeri (tra cui un italiano) oltre ai membri dell’equipaggio: in tutto un’ottantina di persone.

«Siamo partiti all’orario previsto - ha detto al Tg1 il passeggero italiano, Andrea Bianchetti - il dirottator­e come prima cosa ha raccolto i passaporti. Una volta atterrati a Cipro, abbiamo visto questa persona con la cintura. Era solo e non ha detto nulla, con noi ha parlato poco. Paura, sì abbiamo avuto paura».

Dopo l’atterraggi­o in una zona isolata dell’aeroporto, sono iniziate le trattative; il dirottator­e - ma qui la ricostruzi­one si fa confusa - avrebbe chiesto il rilascio di 63 donne in carcere al Cairo e la consegna di una lettera alla sua ex moglie, cipriota.

La maggior parte dei passeggeri è stata rilasciata subito dopo l’inizio delle trattative, quindi i negoziati sono continuati per circa sei ore, con diverse richieste da parte del dirottator­e, compresa quella di incontrare un rappresent­ante dell’Unione europea, mentre a bordo restavano sette persone: pilota, copilota, un assistente di volo, un addetto alla sicurezza e tre passeggeri stranieri. Alla fine l’uomo si è arreso e i presunti esplosivi che diceva di avere addosso si sono rivelate cover di cellulari.

Nessun’arma dunque è sfuggita ai controlli di sicurezza, anche se le autorità stanno ora indagando su come il dirottator­e sia riuscito a salire a bordo con una finta cintura esplosiva. I fatti potrebbero dunque riaccender­e le polemiche sulla sicurezza degli aeroporti egiziani, a po- chi mesi dall’attentato all’aereo russo partito da Sharm el-Sheikh (con 224 persone a bordo) dell’ottobre scorso ed esploso poi in volo. L’incidente rischia perciò di infliggere un altro brutto colpo all’industria del turismo egiziano, che non si è mai ripresa dopo la fine del regime di Mubarak.

È la seconda volta negli ultimi trent’anni che a Larnaca si verifica il dirottamen­to di un aereo: nel 1988 toccò a un Boeing 747 kuwaitiano decollato dall’aeroporto di Mashhad, in Iran, che trasportav­a 55 persone. Il Boeing era atterrato a Larnaca dopo avere fatto scalo a Damasco e Beirut e lasciò l’aeroporto dopo avere fatto rifornimen­to.

RICHIESTE CONFUSE Il responsabi­le avrebbe prima chiesto di liberare prigionier­e egiziane, poi di consegnare una lettera alla moglie, quindi di vedere un rappresent­ante Ue

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AFP La resa. Il dirottator­e dell’Airbus egiziano scende dalla scaletta dell’aereo

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