A caccia di governance e di nuovi «tetti»
Il mercato tiene, anzi cresce, e produzione ed export macinano record. Ma il pharma del made in Italy aspetta segnali dal Governo e dalle regioni per questioni decisive di governance di settore e di certezza di regole. Ma anche, naturalmente, per aspetti finanziari di sicuro non secondari. Risposte attese da tempo, almeno da un anno, quelle del ridisegno del governo della farmaceutica pubblica, con quei tetti di spesa che scottano e pay back miliardari a carico delle imprese per gli acquisti in ospedale, che pendono come la classica spada di Damocle. Ma le risposte non arrivano ancora. Il tavolo aperto a palazzo Chigi potrebbe dare qualche segnale subito dopo Pasqua, forse intorno al 10 aprile. Sempreché Governo e governatori trovino un'intesa che fin qui non è maturata.
Le distanze tra regioni e palazzo Chigi - dove è il sottosegretario Claudio De Vincenti a tirare le fila accanto a Beatrice Lorenzin (Salute) e al ministero dell'Economia - non sono state ancora limate. De Vincenti ha lanciato la proposta di inglobare la spesa farmaceutica ospedaliera - il vero nodo della par- tita, per cui pendono sulle industrie circa 1,8 mld di ripiani del 20132015 - nei cosiddetti «drg» dei ricoveri, cioé il valore di ogni degenza a seconda della casistica.
Ipotesi, quella del Governo, che però non ha convinto la delegazione regionale, che teme di doversi accollare l'intero disavanzo della farmaceutica ospedaliera, oggi divisa fifty-fifty tra regioni e industrie. Uno stallo non secondario. Con l'aggiunta che i tecnici regionali propendono per due tetti di spesa così distinti: uno per la spesa farmaceutica convenzionata (quella in farmacia), più magro di quello che oggi include tutti i consumi sul territorio, e l'altro per tutta la spesa farmaceutica non convenzionata (ospedaliera in- clusa). Il tutto, lasciando le stesse regole attuali sui pack back per i ripiani dei disavanzi rispetto al budget. Sul piatto, al tavolo della farmaceutica, c'è poi la partita dei farmaci innovativi e della loro "collocazione". Ma anche l'ipotesi di una transazione con le imprese che potrebbe prevedere uno sconto tra il 10 e il 20% dei ripiani 2015 ancora da versare.
Il fatto è che tutti hanno fretta: le regioni di incassare per dare certezza ai loro bilanci, le imprese che devono fare i propri budget, il Governo che vuole chiudere una partita lcomplicata. Ma serve una legge, e al momento non c'è traccia. E così cresce l'ipotesi di un decreto legge.
IL NODO DEGLI OSPEDALI Vale 1,8 miliardi di ripiani lo sfondamento di spesa Sale l’ipotesi di transazione con sconto del 10-20 %