Non esiste il diritto a non nascere
No alla richiesta di risarcimento per mancata diagnosi di sindrome di down
pNon esiste un diritto a non nascere: «la vita, e non la sua negazione, è sempre stato il bene supremo protetto dall’ordinamento».
Lo affermano le Sezioni unite di Cassazione, sentenza n. 25767 di ieri, bocciando l’istanza di risarcimento presentata dai genitori di una bambina down contro l’Asl di Lucca e i primari dei reparti di ginecologia e del laboratorio di analisi che avevano seguito la gestante, colpevoli - a loro dire - di non aver diagnosticato la patologia da cui era affetto il feto. Se correttamente informata - si legge nelle motivazioni - la madre avrebbe infatti deciso di abortire.
Nel disporre un nuovo processo davanti alla Corte d’appello di Firenze per approfondire la possibilità di una «prova presuntiva» del fatto che la madre avrebbe realmente optato per l’interruzione di gravidanza, i giudici ribadiscono che non esiste un diritto a non nascere, tanto più che di esso si farebbero unici interpreti i genitori, attribuendo alla volontà del nascituro il rifiuto «di una vita segnata dalla malattia e, come tale, indegna di essere vissuta». Ma, aggiungono le Sezioni unite, si tratta di «cosa diversa dal cosiddetto diritto di staccare la spina, che comunque presupporrebbe una manifestazione di volontà ex ante, attraverso il testamento biologico». Dunque, l’accostamento tra le due situazioni «è fallace».
I giudici mettono poi in guardia dal «rischio di una reificazione dell’uomo, la cui vita verrebbe ad essere apprezzabile in ragione dell’integrità psico-fisica»: una “deriva eugenica” che ha caratterizzato il dibatto in altri Paesi, come in Francia, dove nel 2002 è intervenuta una legge ad hoc, la Kouchner, prescrivendo che nessuno può far valere un pregiudizio derivante dal solo fatto della nascita.
La Cassazione ricorda, infine, quanto la pretesa risarcitoria del nato disabile verso il medico finisca con l’assegnare al risarcimento «un’impropria funzione vicariale, suppletiva di misure di previdenza e assistenza sociale».