Rajoy tende la mano ai socialisti
Spagna. Il premier uscente riceverà un mandato esplorativo dal re ma per un esecutivo, anche di minoranza, serve il via libera di Sanchez Appello ai rivali storici per la stabilità e la governabilità del Paese dopo il voto
Nel giorno del Gordo, la lotteria di Natale che quest’ anno in Spagna ha distribuito“grassi premi” per 2,2 miliardi di euro, si va delineandola trattativa a distanza che dovrebbe portare a un nuovo governo entro gennaio.
I popolari con 123 seggi non hanno i numeri per governare da soli ma sono stati il partito più votato. Per questo Mariano Rajoy riceverà dal re Felipe VI un mandato esplorativo per mettere assieme una maggioranza di 176 deputati sui 350 della Camera: una missione impossibile, considerando i veti incrociati egli scontri della campagna elettorale. In seconda battuta il capo dei conservatori cercherà di formare un governo di minoranza chiedendo almeno l’astensione agli avversari politici: un obiettivo molto difficile ma meno lontano dalla realtà. In entrambi i casi servirà il via libera del Partito socialista (Psoe) di Pedro Sanchez, come partediuna Grosse-Koalitionocome alleato silenzio.
Molto negativo il giudizio di Moody’s sulla situazione di stallo che si è creata in Spagna. «Il risultato delle elezioni - spiega l’agenzia di rating americana - aumenta l’incertezza politica, mette in dubbio la continuità delle riforme e l’impegno per la riduzione del deficit di bilancio». Sarà difficile formare un nuovo governo e quindi - sottolinea inoltre Moody’s - potrebbe essere necessario il ritorno alle urne.
Le elezioni di domenica scorsa hanno cambiato le regole della politica spagnola. Con un Parlamento frammentato come mai in passato nessuno può dire oggi chi sarà il prossimo premier e che maggioranza sosterrà il nuovo governo. A guardare i programmi dei partiti non ci sono soluzioni di compromesso possibili. «La Spagna non può permettersi una era di incertezza politica. Il Partito popolare ha un mandato e la responsabilità per avviare un processo di dialogo», insiste Rajoy tendendo la mano ai partiti «che difendono l’unità della Spagna, il suo ordine costituzionale e i suoi impegni europei».
A Bruxelles c’è il timore che l’incertezza politica della Spagna possa compromettere anche la crescita del Paese e ostacolare il raggiungimento degli obiettivi di risanamento concordati. E questo nonostante la ripresa economica si stia consolidando come ha certificato ieri la Banca di Spagna: «L’evoluzione dell’attività nell’ultimo trimestre è stato più favorevole del previsto, il che ci ha spinto a rivede real rialzo il tasso stima todi crescita media annuale del P il 2015 al 3,2%» dal precedente3,1%, e al 2,8% nel 2016, dal 2,7%, si legge nel rapporto trimestrale dell’istituto centrale.
I negoziati per il nuovo governo sono destinati a proseguire per settimane. Ciudadanos, il movimento moderato eant i-corruzione di AlbertRi vera, ha datola propria disponibilitàa« non ostacolare la nascita di un governo popolare con l’ astensione» ma consolo 40 deputati non potrà essere determinante.Dalla parte op postagli indignati di Podemos, guidati da Pablo Iglesias, hanno detto chiaramente che i loro 69 parlamentari non sosterranno in alcuna forma un esecutivo popolare. Sarà dunque il Partito socialista, pur sceso ai minimi di sempre con 90 deputati, a decidere se Rajoy guiderà il nuovo governo. Ed è ai socialisti che si rivolge Rajoy nel suo appello per la stabilità e la governabilità della Spagna.
Sanchez, una settimana fa, aveva definito «indecente» la candidatura di Rajoy alla Moncloa, e i suoi fedelissimi hanno fatto sapere che i socialisti non aiuteranno Rajoy. Ma la trattativa, per quanto improbabile, non sembra essere esclusa del tutto. Tanto che ieri la governatrice dell’ Andalusia, Susana Diaz, volto vincente e voce ascoltata dei socialisti, ha deciso di scrivere una lettera a Sanchez chiedendo che venga detto« un rotondo no aRajoy».L’ alternativa a Rajoy, per i socialisti e per la Spagna, è una grande alleanza a sinistra con Podemos che riesca a coinvolgere anche i partiti indipendentisti della Catalogna e dei Paesi Baschi. Ma anche questa oggi non è niente più che un’ipotesi.
IL PESO DELL’INCERTEZZA La Banca di Spagna ha alzato al 3,2% le stime di crescita per il 2015, ma lo stallo politico allarma Moody’s: a rischio riforme e risanamento