Etruria, rischi già nel 2013 Il Csm convoca il Pm Rossi
Banca Etruria aveva una governance traballante e un profilo di rischiosità già nel 2013, quando era in corso la seconda ispezione della Banca d’Italia quella che ha portato alla prima tranche di sanzioni nei confronti del cda per 2,5 milioni totali. Nel documento si parla di distribuzione a maglie larghe di crediti, scarse verifiche della clientela e un’inefficace crescita nei territori «non core», nel Nord Adriatico e nel Centro.
Sono proprio gli ispettori a metterlo in evidenza nel verbale che va dal 18-3-2013 al 6-92013, e che farà poi da base per l’inchiesta della procura di Arezzo su ostacolo alla vigilanza e emissione di fatture false, i due filoni già chiusi dagli inquirenti (e per i quali sono attese a giorni le richieste di rinvio a giudizio per 5 indagati).
Si legge che già due anni fa «il consiglio ha trascurato di contrastare con la necessaria tempestività e determinazione il deterioramento degli equilibri tecnici ... sottovalutando l’ effettiva vulnerabilità del portafoglio prestiti ». Pertanto, spiegano ancora ,« le iniziative assunte in materia di credito non si sono rivelate in grado di affrontare le criticità del processo e contrastare il progressivo e profondo deterioramento del portafoglio». La crisi era dunque in atto, e per Palazzo Koch era già evidente nel corso del 2013.
Prestiti senza controlli
Nell’elenco delle irregolarità contestate ci sono «inefficienze allocative». Ovvero: «Difficoltà di governare adeguatamente le relazioni di clientela, con un modello distributivo a maglie larghe, con assunzione di esposizioni di taglio elevato su clienti pluriaffidati». Inoltre, la conoscenza del territorio non sarebbe stata sfruttata al massimo: «...il mancato sfruttamento di vantaggi informativi legati al radicamento sul territorio (nella provincia di Arezzo la banca ha livelli di rischiosità allineati con i competitor».
Inoltre, a poco sarebbero serviti i tentativi di crescere industrialmente, perché secondo gli ispettori è da rilevare «l’insuccesso del tentativo di mitigare la concentrazione geografica con la crescita in territorio non core, come mostrano le scadenti performance di alcune direzioni territoriali».
Le informazioni nascoste
I consiglieri non riuscivano sempre ad essere informati con documentazione adeguata. Nel corso del 2013 le riunioni avevano uno strano andamento: il presidente, all’epoca Giuseppe Fornasari, decideva se e come condividere le informazioni nel corso del cda e spesso negava i documenti, per evitare ad esempio che le notizie potessero uscire. «Quanto all’informativa agli amministratori - si legge nell’ispezione 2013 - la fruibilità della documentazione preconsigliare è ridotta da talune restrizioni tecniche (inibizioni della possibilità di stampa) e dall’ampio ricorso del presidente alla facoltà di presentarla direttamente nel corso della riunione sulla base di particolari esigenze di riservatezza».
Le nuove prospettive
Intanto secondo Roberto Nicastro, presidente delle 4 banche commissariate (Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti), ci vorranno 7-8 mesi per vendere i nuovi istituti nati dalla risoluzione governativa, con una firma preliminare già in arrivo tra 4 mesi. Ieri Nicastro ha incontrato
LA SECONDA ISPEZIONE Gli ispettori parlano di prestiti «a maglie larghe a clienti pluriaffidati» e di «documentazione ridotta a restrizione» nei cda
i sindacati di Banca Marche e nella nota dei rappresentanti dei lavoratori si legge che «i driver dell’operazione sono sicuramente il prezzo e anche lo standing degli interlocutori». Nei prossimi giorni verrà individuato un advisor.
Infine, per quanto riguarda la vicenda del presunto conflitto di interessi a carico del capo della procura di Arezzo, Roberto Rossi, che sta indagando su Banca Etruria pur con una consulenza tecnica con il governo in materie giuridiche, ieri sono arrivate le parole di Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, che sulla questione ha aperto un fascicolo. «La consulenza era legittima quando è stata affidata. Solo di recente, con l’avvio dell’attività di indagine e con il decreto del Governo, per Rossi poteva porsi il problema di un’eventuale incompatibilità. Ed è tutto da verificare se quell’incompatibilità ci fosse o meno. Faremo una valutazione serena e approfondita». Il procuratore ha spiegato giorni fa che l’incarico è a titolo gratuito e solo con rimborso spese.