Oltre un milione in Europa nel 2015, 3.700 i morti
Il rapporto. I dati di Oim e Unhcr: nel 2015 oltre 900mila rifugiati arrivati via mare - Grecia prima per ingressi, Italia seconda
Oltre un milione di migranti sono entrati in Europa al 21 dicembre, quattro volte più dell’anno prima. La gran parte, 972mila, ha attraversato il mare e 800mila sono arrivati in Grecia. Sei i Paesi di ingresso: Bulgaria, Italia, Spagna, Malta e Cipro, oltre alla Grecia. Mezzo milione fuggivano dalla Siria, 186mila dall’Afghanistan.
pNell’anno dell’esodo verso l’Europa, 3.695 persone sono annegate o risultano disperse, una macabra contabilità in rapido aggiornamento: altri undici profughi sono affogati ieri al largo della Turchia. All’emergenza la Ue, divisa e impotente, risponde con il contagocce. Il piano di ricollocamento dei migranti sbarcati sulle coste italiane e greche procede con estrema lentezza.
A ieri, con altri 24 rifugiati trasferiti dall’Italia alla Finlandia (20 eritrei, 4 siriani), le persone complessivamente distribuite tra i Paesi Ue ha raggiunto quota 266 in due mesi su un totale di 160mila ricollocamenti previsti nei prossimi due anni. L’Unione europea non riesce a reagire nonostante l’emergenza sia destinata a continuare nel 2016 ormai alle porte.
La contabilità ufficiale del 2015, intanto, è stata fornita ieri dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), e dall’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr): la soglia simbolica del milione di ingressi è stata superata lunedì, con un totale di 1.005.504 ma era prevista da mesi, da quando l’onda aveva rotto gli argini mettendo in cammino e in mare i disperati in fuga da guerra e povertà mentre l’Europa si è via via trasformata in fortezza, cinta da filo spinato e muri.
È il flusso di profughi più grande nel vecchio continente dalla seconda guerra mondiale, hanno sottolineato le due agenzie. Il direttore generale dell’Oim, William Lacy Swing, ha avvertito: «Non è sufficiente contare il numero di coloro che arrivano o dei quasi 4mila dati per dispersi o affogati. Dobbiamo anche agire. La migrazione deve essere legale, sicura e protetta per tutti, i migranti stessi e i Paesi che diventeranno la loro nuova casa».
Un’invocazione che si scontra con le resistenze, aperte o sotto traccia, di molti Paesi dell’Unione e non solo a Est. L’Italia, seconda per numero di arrivi (150.317) è stata a lungo lasciata sola nonostante le richieste di intervento avanzate a Bruxelles. Poi, a settembre, la svolta con la cancelliera Angela Merkel che ha aperto le frontiere tedesche ai rifugiati finendo in tal modo nel mirino di una parte del suo partito, in particolare in Baviera.
Il fenomeno, del resto, investe in pieno l’Europa soltanto adesso ma ha dimensioni globali. Da tempo aumenta il numero dei rifugiati nel mondo e il 2015 dovrebbe chiudersi, secondo l’Unhcr, con spostamenti forzati da un Paese all’altro senza precedenti: nel solo primo semestre era già stata superata la cifra di 50 milioni di persone coinvolte mentre nel 2014 i rifugiati erano stati 59 milioni. Dal 2011 a oggi il numero di profughi è aumentato del 45 per cento. La maggioranza trova accoglienza nell’Africa subsahariana (4,1 milioni in quattro anni), seguono Asia e Pacifico (3,8 milioni), Europa (3,5 milioni), Medio Oriente e Nord Africa (3 milioni).
L’alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, si è appellato ai «valori europei fondamentali» contro i sentimenti xenofobi in aumento in molti Paesi.
A BRUXELLES A rilento il piano della Ue di ricollocamenti, con 266 persone trasferite in due mesi su un totale di 160 mila da effettuare in due anni