Il Sole 24 Ore

Oltre un milione in Europa nel 2015, 3.700 i morti

Il rapporto. I dati di Oim e Unhcr: nel 2015 oltre 900mila rifugiati arrivati via mare - Grecia prima per ingressi, Italia seconda

- Di Roberta Miraglia

Oltre un milione di migranti sono entrati in Europa al 21 dicembre, quattro volte più dell’anno prima. La gran parte, 972mila, ha attraversa­to il mare e 800mila sono arrivati in Grecia. Sei i Paesi di ingresso: Bulgaria, Italia, Spagna, Malta e Cipro, oltre alla Grecia. Mezzo milione fuggivano dalla Siria, 186mila dall’Afghanista­n.

pNell’anno dell’esodo verso l’Europa, 3.695 persone sono annegate o risultano disperse, una macabra contabilit­à in rapido aggiorname­nto: altri undici profughi sono affogati ieri al largo della Turchia. All’emergenza la Ue, divisa e impotente, risponde con il contagocce. Il piano di ricollocam­ento dei migranti sbarcati sulle coste italiane e greche procede con estrema lentezza.

A ieri, con altri 24 rifugiati trasferiti dall’Italia alla Finlandia (20 eritrei, 4 siriani), le persone complessiv­amente distribuit­e tra i Paesi Ue ha raggiunto quota 266 in due mesi su un totale di 160mila ricollocam­enti previsti nei prossimi due anni. L’Unione europea non riesce a reagire nonostante l’emergenza sia destinata a continuare nel 2016 ormai alle porte.

La contabilit­à ufficiale del 2015, intanto, è stata fornita ieri dall’Organizzaz­ione internazio­nale per le migrazioni (Oim), e dall’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr): la soglia simbolica del milione di ingressi è stata superata lunedì, con un totale di 1.005.504 ma era prevista da mesi, da quando l’onda aveva rotto gli argini mettendo in cammino e in mare i disperati in fuga da guerra e povertà mentre l’Europa si è via via trasformat­a in fortezza, cinta da filo spinato e muri.

È il flusso di profughi più grande nel vecchio continente dalla seconda guerra mondiale, hanno sottolinea­to le due agenzie. Il direttore generale dell’Oim, William Lacy Swing, ha avvertito: «Non è sufficient­e contare il numero di coloro che arrivano o dei quasi 4mila dati per dispersi o affogati. Dobbiamo anche agire. La migrazione deve essere legale, sicura e protetta per tutti, i migranti stessi e i Paesi che diventeran­no la loro nuova casa».

Un’invocazion­e che si scontra con le resistenze, aperte o sotto traccia, di molti Paesi dell’Unione e non solo a Est. L’Italia, seconda per numero di arrivi (150.317) è stata a lungo lasciata sola nonostante le richieste di intervento avanzate a Bruxelles. Poi, a settembre, la svolta con la cancellier­a Angela Merkel che ha aperto le frontiere tedesche ai rifugiati finendo in tal modo nel mirino di una parte del suo partito, in particolar­e in Baviera.

Il fenomeno, del resto, investe in pieno l’Europa soltanto adesso ma ha dimensioni globali. Da tempo aumenta il numero dei rifugiati nel mondo e il 2015 dovrebbe chiudersi, secondo l’Unhcr, con spostament­i forzati da un Paese all’altro senza precedenti: nel solo primo semestre era già stata superata la cifra di 50 milioni di persone coinvolte mentre nel 2014 i rifugiati erano stati 59 milioni. Dal 2011 a oggi il numero di profughi è aumentato del 45 per cento. La maggioranz­a trova accoglienz­a nell’Africa subsaharia­na (4,1 milioni in quattro anni), seguono Asia e Pacifico (3,8 milioni), Europa (3,5 milioni), Medio Oriente e Nord Africa (3 milioni).

L’alto commissari­o Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, si è appellato ai «valori europei fondamenta­li» contro i sentimenti xenofobi in aumento in molti Paesi.

A BRUXELLES A rilento il piano della Ue di ricollocam­enti, con 266 persone trasferite in due mesi su un totale di 160 mila da effettuare in due anni

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REUTERS La lunga marcia. Migranti nel porto di Augusta, Sicilia, l’agosto scorso

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