«Meccanici, spazio al welfare in azienda»
Storchi: da assistenza sanitaria e formazione più benefici rispetto agli aumenti lordi
Federmeccanica ha presentato ai sindacati la proposta per il rinnovo del contratto 2016-2018. Il presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi, spiega le linee-guida del rinnovo: salario minimo di garanzia nel contratto nazionale e più spazio al welfare aziendale. «In questo modo - dice Storchi si sviluppano iniziative come assistenza sanitaria e formazione che danno benefici superiori rispetto agli aumenti lordi». Per Storchi «la ricchezza va distribuita dove vienegenerata,cioènelleimprese».Isindacati non chiudono alle proposte Federmeccanica ma avvertono: inaccettabile che gli aumenti non vadano a tutti i lavoratori.
p«La ricchezza va distribuita là dove essa viene generata. Cioè nell’impresa. La ricchezza va distribuita soltanto dopo che essa è stata effettivamente generata. La contrattazione di secondo livello va estesa». Fabio Storchi usa parole semplici, quasi da fabbrica. Il presidente di Federmeccanica è reduce dall’incontro con i segretari dei sindacati metalmeccanici. Ha appena illustrato le sette pagine di proposte per il rinnovo contrattuale 20162018(« sette pagine moltoa Maurizio L andini( Fio mCgil), M arco Bent ivo gli(Fi mCisl)e Rocco Palombella( UilmU il ). E ribadisce l’ innovazione radicale contenuta nella posizione di Federmeccanica: «È cambiato il mondo. Lo sappiamo bene noi che rappresentiamo le aziende manifatturiere più esposte alla concorrenza internazionale. Le imprese hanno nuovi bisogni. E, così, i lavoratori».
Federmeccanica ha sparigliato introducendo il tema del salario minimo di garanzia e negando la “verità teologica” di contratti che si definiscono rinnovati soltanto quando le trattative finiscono con aumenti lordi in busta paga per tutti. Che tipo di reazione ha incontrato nei suoi interlocutori?
Le stesse che avevamo già sperimentato il 5 novembre, quando abbiamo consegnato ai tre segretari un documento, sulle nostre posizioni, meno operativo e più teorico. Tutti hanno espresso una contrarietà di fondo, seppure con sfumature diverse, rispetto al minimo di garanzia chiedendo incrementi per tutti. È stata espressa tuttavia attenzione da parte di alcuni sull’insieme della proposta. Anche perché la nostra proposta è assai articolata. E, al tema del salario minimo, aggiunge novità sulwelf aree sull’ assist enza sanitaria.
Il salario minimo è anche un tema all’ordine del giorno del Governo Renzi.
Sì. Anche se è bene che ad esso si arrivi attraverso gli accordi fra le parti sociali. Il contratto nazionaledi lavoro è il cardine di riferimento normativo e salariale. All’interno dies sola garanzia salariale di tutela può svolge renella maniera più efficace la sua funzione. Il perimetro della rappresentanza va mantenuto.
Nella vostra visione il contratto nazionale, dunque, cambia non poco.
Sì, perché sul piano nazionale si garantisce il minimo salariale e si sviluppano nuove iniziative, come l’assistenza sanitaria e la formazione, che danno benefici superiori rispetto agli aumenti lordi. Con il vecchio modello i lavoratori si ritrovano salari reali inferiori a quelli dei loro colleghi europei e gli imprenditori gestiscono aziende con costi industriali maggiori rispetto a quelli dei loro concorrenti degli altri Paesi. C’è qualcosa che non va.
Sull’assistenza sanitaria, non c’è un profumo di relazioni industriali alla nordamericana?
Perché no? Noi proponiamo una assistenza sanitaria estesa a tutti i familiari. Il veicolo è il fondo Metasalute. Per noi andrebbe bene che i lavoratori azzerassero il loro contributo e che le imprese raddoppiassero il loro: 156 euro a lavoratore all’anno. Lo faremmo volentieri. Come volentieri cambieremmo la formazione. Le vecchie 150 ore non hanno funzionato. La nostra proposta è di 24 ore di formazione a testa nei tre anni: al di là del valore del salario orario, riempirle di contenuti formativi ci costerebbe 104 euro procapite per esercizio. Sotto il profilo culturale, sarebbe un notevole passo avanti: la formazione diventerebbe un diritto soggettivo, dagarantireatutti. Se vogliamo difendere la manifattura in Italia, è interesse comune sviluppare competenze sofisticate e sempre in evoluzione. Su tutto questo il Governo ha predisposto sgravi e incentivi. La strada è quella.
L’obiettivo finale resta una maggiore centralità del livello di contrattazione aziendale.
È cambiato il mondo. Stiamo provando a disegnare nuove mappe. Ripeto: la ricchezza va distribuita là dove viene generata. Cioè nelle imprese. Non a caso, nella nostra proposta che torneremo a discutere con i sindacati il 21 e il 28 gennaio, incoraggiamo anche gli imprenditori. Non hai uno schema di retribuzione variabile? E, allora, in caso di buoni risultati della tua impresa, potresti erogare 260 euro lordi in più ad ogni tuo dipendente all’anno come premio di risultato. Il mondo è cambiato. Ma la nostra principale ricchezza sono sempre i nostri lavoratori e le nostre lavoratrici. Non dimentichiamolo mai.
«La ricchezza va distribuita là dove viene generata. Cioè nelle imprese»