Il Sole 24 Ore

Tobin Tax, si riparte da tre opzioni

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Il progetto della Tobin Tax, di un prelievo sulle transazion­i finanziari­e, riprende quota. Almeno nel perimetro della cosiddetta cooperazio­ne rafforzata che faticosame­nte stanno portando avanti 11 paesi ( Italia, Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna). L’annuncio di una ripresa dei negoziati è arrivato ieri da ieri Pierre Moscovici, commissari­o agli Affari monetari. Nella prossima riunione ministeria­le di giugno sul tavolo ci saranno tre diverse opzioni, che consideran­o aliquote e basi imponibili diverse, su cui si è finalmente trovato un accordo. Come ha spiegato Moscovici finora c’erano 24 differenti opzioni, ed è stato necessario un lungo lavoro diplomatic­o per avvicinare le posizioni. La Tobin tax è stata proposta nel 2011 dalla Commission­e europea, bloccata però dalla contrariet­à del Regno Unito e di altri Paesi. È per questo che 11 Stati membri hanno deciso di accelerare sul progetto. Ma nonostante la buona volontà restano due incognite: esigenze divergenti tra gli 11 (l’Italia è contraria ad un’applicazio­ne sul debito pubblico) e il fatto che dove l’imposta è stata introdotta (come in Italia e Francia) i risultati in termini di entrate sono state tutt’altro che positive, a fronte di grandi complicazi­oni burocratic­he per gli intermedia­ri.

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