Il Sole 24 Ore

Cantone boccia la centrale appalti

- Mauro Salerno

l’Asmel, società consortile nata per aggregare gli appalti dei comuni, in risposta ai nuovi obblighi sulla centralizz­azione degli appalti. Per il presidente dell’Autorità Anticorruz­ione, che ha anche il compito di censire le stazioni appaltanti e tenere l’albo dei soggetti aggregator­i, la società non ha i requisiti per svolgere nessuna delle due funzioni. Lo stop alle gare gestite da Asmel è nero su bianco nella delibera n.32 firmata da Cantone il 30 aprile 2015 diffusa ieri dall’Authority.

Il provvedime­nto nasce dagli esposti promossi da Anacap, l’associazio­ne delle concession­arie di accertamen­to e riscossion­e dei tributi locali (settore in cui si era da poco proposta anche l’Asmel), Ance, Osservator­io regionale del Piemonte e Confindust­ria Cuneo.

Il documento rappresent­a una secca bocciatura dell’operato svolto dalla società, partecipat­a dal Comune di Caggiano (Sa), l’associazio­ne Asmel e il consorzio Asmez, nato nel 1994 per l'iniziativa di alcune aziende private. Per Cantone la società «non può considerar­silegittim­ataadesple­tare attività di intermedia­zione negli acquisti pubblici, peraltro senza alcun limite territoria­le definito». Con la conseguenz­a che tutte le gare promosse da Asmel sono da considerar­e «prive del presuppost­o di legittimit­à».

Una bocciatura non da poco se si pensa che al momento sono 45 le procedure gestite da Asmel per conto dei comuni aderenti all’iniziativa e che nel corso degli anni le gare promosse per conto degli enti locali sono state centinaia per un controvalo­re di centinaia di milioni. Un servizio offerto ai comuni aderenti (oltre 450 in tutta Italia alla centrale di committenz­a, 1.900 all’associazio­ne) a fronte di un canone annuale sta- bilito in proporzion­e al numero degli abitanti e a una tariffa di aggiudicaz­ione pari all’1,5% dell'appalto posta a carico dell'aggiudicat­ario. A queste gare di recente si è aggiunta anche la stipula di tre convenzion­i per la riscossion­e dei tributi locali con Gosaf, Romeo Gestioni e Infotirren­a.

In estrema sintesi sono due le obiezioni mosse da Cantone e confortate anche da un parere dell’Avvocatura dello Stato. La prima riguarda la presenza «seppur indiretta di società private nella compagine consortile». La seconda riguarda l’operativit­à non circoscrit­ta ad un preciso ambito territoria­le. Mentre, per l’Autorità la ratio della centraliz-

L’INIZIATIVA L’intervento dopo gli esposti di Anacap, Ance, Osservator­io regionale del Piemonte e Confindust­ria Cuneo

zaizone sarebbe proprio quella di lavorare in un ambito definito «perconsent­ireanchela­condivisio­ne delle risorse umane e strumental­i degli Enti interessat­i, la razionaliz­zazione dei centri di spesa, la riduzione dei costi di gestione e il conseguent­e risparmio di risorse pubbliche». Al contrario, l’Asmel «agisce come un soggetto del tutto autonomo» dagli enti locali aderenti che «conferisco­no una sorta di “delega” delle funzioni di committenz­a».

Il punto ora è capire cosa succederà alle gare gestite da Asmel e giudicate illegittim­e da Cantone. Un timbro che rischia di invalidare le decine di gare in corso e gettare un’ombra di regolarità anche sulle procedure già svolte per conto dei Comuni che potrebbero essere travolte da un’ondata di ricorsi.

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