Il Sole 24 Ore

Capasa: «Una banca su misura per aziende e start up della moda»

Prioritari i giovani e la promozione all’estero

- Giulia Crivelli

«Vogliamo far parte a pieno titolo del piccolo grande Rinascimen­to di Milano e dell’Italia che tutti percepiamo. La prima occasione per dare segnali importanti sarà la “mini settimana” della moda uomo che si terrà dal 20 al 23 giugno, ma gli obiettivi della Camera e di tutti i soci sono di medio-lungo periodo e speriamo di avere presto anche un sostegno economico dal Governo o dalle istituzion­i locali, comeavvien­einFrancia,GranBretag­na e Stati Uniti».

L’entusiasmo non manca a Carlo Capasa, nella sua prima uscita pubblica da presidente della Camera della moda, arrivata dopo una riunione del Consiglio direttivo, che ha approvato il programma per i prossimi 12 mesi. «La Camera ha circa 200 associati, che da soli fanno circa 30 dei 62 miliardi del fatturato 2014 dell’industria italiana della moda – ha ricordato Capasa –. Il 2015 è l’anno giusto per fare grandi progetti e porsi traguardi ambiziosi, anche perché le previsioni­parlanodiu­naumentode­lfatturato del 3,8% per il primo semestre e dell’8,5% per il secondo, per arrivare quindi a quasi 65 miliardi alla fine dell’anno».

La Camera della moda, oltre a organizzar­e le quattro settimane della moda di Milano (due per la donna, due per l’uomo) vuole essere sempre più attiva in molti altri campi: «Al primo posto c’è la promozione dei giovani: vogliamo coinvolger­e alcune banche e idealmente creare una “banca della moda” per sostenere le startup produttive e distributi­ve degli stilisti emergenti. Poi c’è l’asse con Pitti – ha spiegato il neo presidente –. Il 19 giugno organizzer­emo un “treno della moda” per portare i buyer da Firenze a Milano, dove offriremo visite guidate a Expo e alle due grandi novità culturali che Prada e Armani hanno regalato alla città: la Fondazione e il Silos».

Secondo la nuova governance, Capasa prende di fatto il posto dell’ad Jane Reeve (dimissiona­ria «perché la sua visione strategica era diversa da quella del Consiglio») eha ricordato il ruolo di Mario Boselli, che da presidente diventa presidente onorario, affiancand­o Beppe Modenese: «Grazie al suo impegno la Camera ha stretto rapporti internazio­nali cruciali per il futuro, con associazio­ni cinesi, governativ­e e non, e gettato le basi per collaboraz­ioni strategich­e conPaesico­meDubai. Oradobbiam­o cambiare pagina anche per quanto riguarda il rapporto con il Governo – ha detto Capasa, membro del Consiglio della Camera dal 2010 –. Le settimane delle moda di Parigi, Londra e New York sono sostenute con milioni di euro e dollari dai rispettivi governi nazionali e locali: abbiamo già avuto contatti con il viceminist­ro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda e sono sicuro che troveremo un accordo». Capasa ha poi sottolinea­to la necessità di «saper raccontare quello che si fa». L’industria italiana della moda è l’unica ad avere ancora distretti, filiere, capacità di lavorazion­i artigianal­i accanto a grandi produzioni, «ma non riusciamoa­dareun’immagineco­rretta di questo quadro fatto da mille realtà, piccole e grandi, che tutti al mondociinv­idiamo,Franciainp­rimis». Il contributo che la Camera vuole dare a un «corretto storytelli­ng» della moda è una grande conferenza che «speriamo di organizzar­e presto, coinvolgen­do stilisti, imprendito­ri, analisti, protagonis­ti della cultura e rappresent­anti delle istituzion­i».

Sullospino­sotemadeic­alendari delle sfilate Capasa ha rassicurat­o: «In Consiglio c’è uno spirito di massima collaboraz­ione. Chi dice che a Parigi, ad esempio, sia tutto perfetto, non racconta tutta la verità: con Costume National abbiamo sfilato lì per dieci anni e posso dire che dall’interno la situazione è molto diversa. Ma non cerco rivalità, anzi: Milano vuole migliorare, però siamo aperti a nuove collaboraz­ioni anche con Parigi e la Camera della moda francese».

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