Il Giornale della Vela

“Vitto, il giro del mondo a cinque nodi di media è un po’ lungo, ci ho famiglia io!”

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barca contro una balena, o quando Riou (15) per identiche ragioni si è ritirato da un Vendée che stava dominando, o quasi, senza foils. Non capisco, o costoro non avevano i foils o non erano abbastanza famosi, e per cui, al tifoso da bar, mancano gli argomenti per un buon post sui social. Se guardate gli ultimi ritiri nelle corse oceaniche quelli che sono andati a casa per un foil rotto sono uguali a quelli che sono andati a casa per un timone rotto o una chiglia rotta in seguito ad impatto con oggetto galleggian­te. “Oggetto galleggian­te non identifica­to… si dà la colpa ad un oggetto galleggian­te per mascherare altro?”. Sono sempre insinuazio­ni provenient­i da post vari. A Milano ti direbbero “Wee pirla!!! Prova te di notte a 30 nodi a capire contro cosa hai sbattuto. Cosa dovevano fare tornare indietro a cercarlo e fargli una foto per farla vedere a te?”. Io ve lo dico subito, lo so che per me è controprod­ucente dirlo, ma io di tifosi così non ne voglio. Qui si apre una linea netta di confine. Dovete fare una scelta nella vita: o me e quelli che ci danno dentro sul serio, dove è difficile, dove non ci sono garanzie, dove i soldi non bastano mai ma ce la facciamo lo stesso con un quarto del budget dei nostri avversari, oppure quelli che la studiano mediaticam­ente prima, che si vantano di aver rubato la palla a i bambini, che si autorefere­nziano da soli, che loro devono averci l’albergo, il coach, di qua e di la e che le cose o le fanno al top o niente. (…) Elkann non lo conosco, ma secondo me è: stanco e triste come il resto dell’equipaggio di cui ha fatto parte, contentiss­imo di averci fatto parte indipenden­temente da come è andata, perché si fa una vita che non è proprio il top del divertimen­to e perché sono tutte imprese indimentic­abili per chi le fa, comunque finiscano. Contento perché lo sviluppo di quel tipo di foils, e di come portarli in oceano, é roba loro, di lui e Soldini. Come armatore? Uguale, tranquillo, ha la Juventus, lo sport è fatto di vincite e perdite. (qui si riferisce al cattivo risuloato della Transpac, ndr) Soldini lo conosco, ho visto l’intervista dell’arrivo e mi spiaceva per lui. Era veramente triste perché ci hanno dato dentro da due anni a studiare delle cose che neanche i francesi stanno studiando, rischi inclusi, perché hanno fatto due mesi di cantiere massacrant­i, perché a bordo ci hanno dato dentro a palla e, perché sapendo dei detriti già navigavano più a sud e lontano dalla rotta diretta, nonostante gli facesse perdere tempo. Nonostante questo hanno preso qualcosa che gli ha divelto il timone. Non ha sbagliato niente stavolta…e in più sa benissimo che ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe detto delle scemenze e via così... (...) Si sono sbagliati quelli di Phaedo a girare attorno all’isola sbagliata e ha vinto Maserati, anche se si vedeva che andava molto meno. Poi hanno sbagliato Soldini e soci a girare attorno all’isola dalla parte sbagliata, e ha vinto Phaedo, che si vedeva che andava più piano. Qui all’inizio, non appena hanno visto come è partito Maserati si sono cagati tutti addosso. Loick avrà pensato “speriamo bene, non è detta l’ultima, ma tanto ho un 60 piedi ed è normale che gli arrivi dietro”.

Brian (16) avrà pensato “Chissà se i miei vecchi hanno buttato via il mio Optimist che avevo in garage”. E alla

fine della corsa: “O dalla prossima prova in poi ho i foils o non c’è storia. Gli errori e i colpi di sfiga li abbiamo esauriti. O iniziamo anche noi questo programma, fatto di sbagli, soldi spesi, tempo buttato e problemi nelle prossime gare, o stavolta è andata bene ma siamo fuori gioco”. C’è uno che commenta dicendo perché non fanno passare avanti altri navigatori italiani invece del solito Soldini. Ho già risposto: uno delle elementari, anche molto brillante, o uno del liceo se li mangiano a colazione al Vendèe. Bona (17) e Zambelli hanno fatto bene a mettersi in gioco in altro. Intanto giocano, e poi continuano a farsi le ossa. Non basta essere ambiziosi bisogna avere esperienza, e come dicevo prima non solo a tirare le scotte ma anche in tutto il resto. Da direttore tecnico spiace vedere ottime possibilit­à sprecate per delle scelte sbagliate. Yannick Bestaven (18) dai Mini è andato sui 40 , ha dominato anche lì, si è fatto più esperienza e la prossima volta farà il Vendée. C’era da fare il Golden Globe, sarebbe stato per tutti loro un ottima piattaform­a di lancio a costo zero. Chi vince quella cosa lì va negli annali, come Di Benedetto (19) per il giro del mondo senza scalo sulla barca più piccola… e poi Vendée Globe. Ci avevo pensato subito, solo che non faccio cose in cui non ho il piacere di sapere che c’è parecchia gente più brava di me contro cui scontrarmi e imparare. Ho scritto a Loick dicendo “Andiamo?”, non volevo rubare la palla ai bambini (non sapevo che si sarebbe iscritto Jean-Luc Van den Heede

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Loïck Peyron.

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