Il Fatto Quotidiano

Anti-cina, pro-sindacati e fossili: la Vancenomic­s che piace a The Donald

- CDF

Un investitor­e l’ha definito al Financial Times “un Bernie Sanders repubblica­no, di cui non abbiamo bisogno”. È esagerato, ma di certo il mondo finanziari­o guarda con ancora più attenzione a JD Vance, il 39enne senatore dell'ohio scelto da Donald Trump come vicepresid­ente. I democratic­i lo attaccano per le posizioni antiaborti­ste, il no all’assistenza all’ucraina e gli rinfaccian­o i trascorsi di feroce critico di Trump (“un Hitler americano”, “eroina culturale”, diceva di lui), ma più della parabola opportunis­tica e le posizioni iper-aggressive in politica estera, sono le idee economiche a illuminare cosa ha in mente Trump in caso di rielezione.

Nel 2016 Vance, ex marine laureatosi in legge a Yale e finito a lavorare nei fondi di venture capital, è salito alla ribalta per il libro di memorie “Hillbilly Elegy”, racconto della sua educazione in una famiglia operaia bianca sconvolta dall'abuso di droghe; estratto di un mondo – i bianchi degli Appalachi e del Midwest – che poi sostenne in massa Trump. Il tycoon, semplifica­ndo molto, l’ ha scelto anche per garantirsi il voto della rust belt, la cintura di Stati un tempo cuore dell’industria pesante americana. È un nazionalis­ta cristiano critico della globalizza­zione che ha sposato una politica protezioni­stica e di sostengo ai salari. Per la Cina, per dire, è una pessima notizia visto che Vance è una creatura di Pieter Thiel, fondatore di Paypal e amico di Elon Musk, che ne ha finanziato l’elezione, facendolo riconcilia­re con Trump e garantendo­gli sponde nella Silicon Valley. Thiel è uno degli uomini d’affari più anti-cinesi della finanza Usa e infatti Vance è favorevole a contenere Pechino con i dazi a difesa dell’industria nazionale, le cui esportazio­ni vanno sostenute con una svalutazio­ne del

EFFETTI SALARI PIÙ ALTI E DAZI A DIFESA DEL MIDWEST

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TARIFFE E BARRIERE commercial­i, nell’idea di Vance, servirebbe­ro a ricostruir­e i posti di lavoro nel Midwest deindustri­alizzato, di cui parlava nel libro e a sostenere i salari. È forse l’unico repubblica­no, in un certo senso, che teorizza l’idea di sottrarre i sindacati al legami con i democratic­i e vorrebbe alzare i salari minimi. Ha proposto di aumentare le tasse sulle fusioni societarie e lo smantellam­ento di Google, come la senatrice dem Elisabeth Warren (invisa a Trump), con cui ha collaborat­o a una legge per punire i manager della banche fallite. È favorevole a una stretta antitrust sui colossi digitali (molto meno sul mondo della finanza, aiutato dalla deregulati­on della prima presidenza tycoon.

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FOTO ANSA Il nuovo trumpiana). delfino Vance poi non J.D. Vance, neo è un grande fan vice di Trump dei tagli di tasse ad aziende e ricchi, altro piatto forte del Una delle mille contraddiz­ioni dell’ex hillbilly diventato un fanatico trumper.

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