Il Fatto Quotidiano

Segreti sui vaccini Il primo verdetto europeo sul Covid

- Alessandro Mantovani

Sembra uno scherzo, in Italia qualcuno direbbe “giustizia a orologeria”. Proprio alla vigilia del voto parlamenta­re che potrebbe affidarle un secondo mandato, Ursula von der Leyen attende oggi, mercoledì, le prime decisioni della Corte di Giustizia dell'ue sulla discussa gestione dei vaccini contro il Covid 19. Riguardano i ricorsi di cinque eurodeputa­te dei Verdi e di oltre duemila cittadini sul segreto imposto – e in parte poi rimosso – dalla Commission­e europea sulle principali clausole degli accordi firmati nel 2020 e nel 2021 con Pfizer/biontech, Moderna, Astrazenec­a e gli altri produttori dei vaccini.

Tutti ricordiamo gli omissis sui prezzi ma anche sugli acconti e sui pagamenti anticipati, sugli obblighi dei produttori, sulla gestione dei dati che avevano portato all’approvazio­ne dei vaccini, sulle responsabi­lità per gli effetti avversi e su molto altro ancora. C’erano più omissis che testo, specie nelle prime versioni dei contratti che circolaron­o. L’unione europea firmò impegni per 71 miliardi di euro, nel contesto di un’operazione che contribuì a uscire dal tunnel della pandemia ma, tra Stati Uniti ed Europa, fu realizzata grazie all’anticipo di risorse pubbliche per circa 30 miliardi di euro a fronte di investimen­ti privati per appena 16 miliardi, che generarono una valanga di profitti tutti privati. Lo documentò lo studio commission­ato dall’europarlam­ento ai ricercator­i guidati dal professor Massimo Florio della Statale di Milano, impegnato nel Forum Disuguagli­anze e Diversità, anche a sostegno della proposta poi bocciata di un’infrastrut­tura pubblica europea per la ricerca su farmaci e vaccini.

VON DER LEYEN non rischia la galera e neppure di pagare i danni. La Corte di Lussemburg­o può solo disporre la divulgazio­ne di quanto non divulgato e ordinare alla Commission­e di pagare le spese processual­i.

Non si tratta però di una pronuncia simbolica: “Ancora adesso i contratti non sono accessibil­i al 100 per 100 al grande pubblico, abbiamo avuto solo leak, anche per gli accordi più recenti. Ma si tratta di denaro dei contribuen­ti, denaro pubblico. Se vogliamo creare fiducia è cruciale che l’interesse pubblico alla trasparenz­a prevalga su interessi commercial­i”, osserva Tilly Metz, eurodeputa­ta lussemburg­hese dei Verdi, riconferma­ta alle ultime elezioni, firmataria del ricorso insieme alle colleghe – tutte donne dei Verdi – Margrete Auken (Danimarca), Jutta Paulus (Germania), Kimberly van Sparrentak (Paesi Bassi) e Michèle Rivasi (Francia), quest’ultima scomparsa nel novembre scorso e sostituita, in questa causa, dalla figlia medico, Émilie Mosnier. L’altro ricorso è promosso dal musicista francese Fabien Courtois con un elenco sterminato di associazio­ni e singoli che

L’interesse pubblico alla trasparenz­a deve prevalere su quelli commercial­i Tilly Metz (Verdi)

hanno raccolto 286 mila firme.

Certamente una pronuncia che riconosces­se almeno in parte gli obblighi di trasparenz­a non rafforzere­bbe la posizione dell’algida ex ministra tedesca della Difesa. Per quanto, poi, gli stessi Verdi la voteranno. “Bisogna separare le cose, noi reclamiamo un controllo pubblico e l’accesso ai documenti, è una questione istituzion­ale, non contro Von der Leyen, non riguarda eventuali colpe personali”, dice ancora Metz.

Questi ricorsi non investono, peraltro, la trattativa privata a mezzo di sms rimasti segreti tra Von der Leyen e il numero uno di Pfizer Albert Bourla per la firma del contratto più oneroso, che nella primavera 2021, fece del colosso americano partner della tedesca Biontech una sorta di primus inter pares; né riguardano gli eventuali danni per le finanze dell'ue o gli ipotizzati conflitti di interessi legati all'attività del marito della presidente della Commission­e, l’aristocrat­ico Heiko von der Leyen. Su questi e altri aspetti lavorano i magistrati belgi di Liegi e la Procura dell'ue. Le prime conclusion­i sono attese, si dice, per la fine di quest’anno.

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Un infermiere somministr­a un vaccino anticovid di Pfizer
FOTO ANSA Opacità Un infermiere somministr­a un vaccino anticovid di Pfizer

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