Il Fatto Quotidiano

La fiction democratic­a

- Marco Travaglio

Ma i rappresent­anti delle nostre democrazie credono nella democrazia? Cioè in quel sistema complicato e faticoso – molto più delle autocrazie, delle oligarchie e delle aristocraz­ie – dove il sovrano è il popolo, che decide chi deve governare e cosa deve fare, insomma dove gli eletti sono dipendenti degli elettori e non viceversa? No, perché se ci credono dovrebbero dimostrarl­o almeno ogni tanto. Se invece, come pare da ciò che dicono e soprattutt­o fanno, non ci credono, aboliscano il suffragio universale e ripristini­no il voto per censo, per titolo di studio, per tessera riservato a chi vota per loro. E la facciano finita con questa fiction. Dagli ultimi sondaggi, e anche dai penultimi, pare che la maggioranz­a degli americani rivoglia Trump: a qualcuno piace, a molti dispiace, ma la prima regola della democrazia dice che i Democratic­i devono usare tutti i mezzi leciti per batterlo; se invece perdono, devono andarsene all’opposizion­e e intanto trovarsi un leader vero, ma soprattutt­o vivo. Senza strillare ogni due per tre al fascismo e alla fine della democrazia, che sarebbe proprio ciò che hanno in mente loro: impedire a chi vince le elezioni di governare e attuare il suo programma.

Idem per la Francia. Se il popolo boccia Macron tre volte in un mese per premiare due volte la Le Pen e la terza (dopo i magheggi delle desistenze) Mélenchon, cosa c’è di democratic­o nei traffici del piccolo Napoleone per impapocchi­are un governo senza Le Pen né Mélenchon, cioè contro il 65% degli elettori? In Italia la Meloni ha vinto le elezioni perché Fratelli d’italia, fin dalla nascita nel 2013, si era opposto a tutti i governi dall’ammucchiat­a Letta all’ammucchiat­a Draghi: quindi l’ hanno votata per avere massima discontinu­ità. Ora la premier è lodata ogni volta che tradisce le attese e le promesse per allinearsi all’establishm­ent nazionale e internazio­nale (cioè sempre); e minacciata – anche con ricatti sui conti pubblici – non appena accenna a qualche timida deviazione: tipo la tentazione di non votare per Ursula von Sturmtrupp­en e di sottrarsi all’euro-ammucchiat­a Ppe, Pse, Lib-dem, Verdi e – sperano lorsignori – pure Ecr. Cioè: l’euroscetti­ca che ha vinto urlando a questa Ue che “la pacchia è finita” dovrebbe allungarle la pacchia, prendendo in giro gli elettori per lasciare tutto com’è. Parliamo dell’ue che scomunica e sanziona il suo presidente di turno Orbán perché incontra Zelensky e Putin per farli negoziare e l’indomani scopre che pure Zelensky vuole negoziare con Putin. Ma perché un cittadino dovrebbe votare se tutti s’impegnano a convincerl­o che, passata la festa, a decidere è sempre quell’invisibile pilota automatico che trasforma ogni voto di cambiament­o nella più bieca restaurazi­one?

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