Olimpiadi, i pm: “Ente privato per assegnare più soldi all’ad”
La prima riunione del Cda fu dedicata “a determinare il compenso di Novari” (550mila € ). Lui disse: “Sono lì per lo stipendio”
Pubblica o privata, la domanda è questa, con quale natura giuridica si deve intendere la Fondazione Milano-cortina 2026? Alla base della domanda, su cui dovrà esprimersi anche il tribunale del Riesame, uno scontro feroce tra la Procura di Milano e il governo Meloni che al dilemma ha risposto con un colpo di mano varando in fretta e furia nel giugno scorso un decreto legge che rafforza la natura privata della Fondazione, e questo addirittura dopo le perquisizioni dei pm che ne hanno fin da subito sostenuto la natura pubblica. Insomma, al di là delle accuse, corruzione, abuso d’ufficio e turbativa (tutti reati da Pa), ciò che emerge dai nuovi atti depositati dalla Procura, è che gli stessi consiglieri e lo stesso presidente già nella prima riunione del Cda della Fondazione del febbraio 2020 si pongono la domanda, ma non per una questione giuridica o morale, ma in modo molto più prosaico per poter definire lo stipendio dell’amministratore delegato Vincenzo Novari che finirà poi indagato per corruzione. Del resto il refrain delle intercettazioni è sempre lo stesso: “Io sono lì per lo stipendio”.
SCRIVONO I PM:
“In maniera del tutto singolare (ma che disvela, fin dal suo sorgere, le dinamiche sottese alla reale necessità di ottenere un parere dalla Avvocatura Generale dello Stato), la questione giuridica viene sollevata all’interno della Fondazione a partire dalla prima riunione del Consiglio di Amministrazione per ragioni esclusivamente attinenti la determinazione del corrispettivo dell'ad Novari (euro 450.000 + euro 100.000 lordi annui), attesa la concreta possibilità che lo stesso potesse incontrare il limite del tetto massimo previsto per le amministrazioni pubbliche”. In quella seduta, Giovanni Malagò, allora presidente della Fondazione Milano-cortina, prende la parola. Così dal verbale: “Il Presidente ricorda che, per quanto concerne il trattamento retributivo (...) è stato accertato che non trovano applicazione nei riguardi della Fondazione le disposizioni normative che recano limitazioni in materia di emolumenti e compensi previsti in favore di esponenti della Fondazione, e in particolare del Presidente del Comitato di Gestione – Amministratore Delegato”. Aggiunge il consigliere Giovanardi: “Osserva come venga riconosciuta alla Fondazione, anche riguardo alla erogazione dei compensi, natura giuridica di diritto privato”. La Fondazione chiede così un parere all’avvocatura Generale dello Stato e lo fa, sostiene la Procura, per e
IL VERBALE LE PAROLE DI MALAGÒ: “NESSUNA LIMITAZIONE PER I VERTICI”
vitare rischi sui tetti degli stipendi. Il parere dell’avvocatura del giugno 2020 conferma la natura privata. E arriva però dopo il decreto legge di marzo che organizza la Fondazione.
ORA SU QUESTO DL
c’è un piccolo giallo, una manina che aggiunge cinque parole nel momento in cui sarà trasformato in legge. A farlo notare è la Procura che rileva come inizialmente l’articolo 2 recitava: “La Fondazione (...) non avente scopo di lucro, svolge tutte le attività di gestione….”. La Procura: “Si osserva che il Legislatore, nella fase di conversione in legge (...) ha modificato il testo originario, prevedendo espressamente che la Fondazione Milano Cortina opera in regime di diritto privato, precisazione non contenuta nella versione originaria della norma”. Tanto che ora si legge: “… operante in regime di diritto privato...”. L’avvocatura così conferma, ma lo fa anche, spiegano i pm, sulla base di una giurisprudenza superata da una sentenza del Consiglio di Stato del 2021 che “enuncia principi generali che non lasciano dubbio sul fatto che Fondazione sia istituita per soddisfare esigenze di interesse generale”. Principi che, a differenza del parere dell’avvocatura, conciliano interesse pubblico e regime di concorrenza. Rispetto a quest’ultimo aspetto su cui l’avvocatura si è espressa con “giudizio di opportunità”, gli atti dell’inchiesta mostrano tutt’altro. Scrive la Procura: “La governance, a partire da Novari, è ispirata a criteri del tutto differenti da quelli imprenditoriali i quali non tollererebbero ingerenze da parte di terzi nella scelta dei fornitori, assunzioni di personale non adeguato (e i cui stipendi hanno invece importi di una certa importanza) e ulteriori accadimenti che assumono le caratteristiche di sprechi patrimoniali”. La consapevolezza di una probabile natura pubblica emersa in Cda, è confermata dalle parole di manager della Fondazione. “Non siamo privati, siamo pubblici”. “È una attività di interesse nazionale, per quanto ci ostiniamo a dire che non perseguiamo l’interesse generale”.