Open, il Senato vota per Renzi
“Il mio processo è sostanzialmente finito”, aveva detto Matteo Renzi durante la sua audizione in Giunta delle Immunità del Senato, a proposito dell’inchiesta Open. Quel che è certo è che ieri il Senato ha votato – quasi compatto – per lui: ha approvato la proposta della Giunta per le Immunità di negare la richiesta della Procura di Firenze di sequestrare la corrispondenza elettronica dell’ex premier, nell’ambito del processo sui presunti finanziamenti illeciti alla Fondazione Open, con 112 sì, 18 no e 3 astenuti. Hanno votato a favore solo i Cinque Stelle, mentre Avs si è astenuta. Di fatto, il Senato ha confermato quanto aveva fatto nella scorsa legislatura, quando nel febbraio del 2022 aveva sollevato il conflitto di attribuzione nei confronti della Procura di Firenze. Il conflitto di attribuzione portò alla sentenza con la quale la Corte ha riconosciuto che le chat e le email non sono meri documenti, ma sono corrispondenza e quindi devono essere sottoposte alle guarentigie previste dall'articolo 68 della Costituzione sull’immunità parlamentare. Anche se – come in questo caso – riguardano non solo il parlamentare, ma anche altri.
IL PD
di Elly Schlein ha votato con il centrodestra in favore del suo ex segretario. È toccato ad Alfredo Bazoli – vicepresidente del gruppo dem in Senato – illustrare le motivazioni. E con un intervento – che molto si è rifatto alla sentenza della Corte costituzionale – ha parlato di fumus persecutionis. Restano i sospetti politici non solo sui legami di molti del Pd con il fu Rottamatore, ma anche sulla volontà di dare un segnale in vista delle elezioni a Firenze. I voti di Renzi, al secondo turno, potrebbero essere decisivi. Tanto è vero che l’accordo tra Pd e M5S su Sara Funaro – a un mese dal voto – non si è ancora chiuso: pesa il fatto che la candidata ha chiesto ai Cinque Stelle di non mettere veti su nessuno (dunque, neanche su Iv).
Renzi, comunque, ieri, intervenendo in aula, non ha perso occasione per sfidare i pm, facendo sapere che consegnerà i suoi Whatsapp: “Qualsiasi cosa voi decidiate, onorevoli senatori, non cambierà niente, perché, al termine della votazione, io depositerò il testo degli sms oggetto della contestazione, anche ove voi votiate, come credo logico e naturale, per respingere l’autorizzazione”, ha detto. “Se questo vi sembra un atto di sfida nei confronti dei pm – ha proseguito –, sappiate che è esattamente così, nel senso che, ritenendo questo processo una farsa senza precedenti, comunque prenderò questi quattro messaggi Whatsapp e li metterò agli atti. Ciò affinché nessuno possa dire un domani che questo processo finisce per la mancata autorizzazione”.